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Alta velocità in Calabria, l’acqua rischia di fermare i... treni

L’Alta Velocità, per adesso, si ferma praticamente a Eboli (quasi uno scherzo del destino), dentro il cantiere tra Battipaglia a Romagnano, in Campania, Lotto I del Sub Lotto I. Sono i primi 30 chilometri della nuova ferrovia dei “supertreni” che dovrebbe collegare, entro il 2030, Roma e Reggio Calabria in 3 ore e 40 minuti, da stazione a stazione. Ma a Sud di Eboli, comincia la periferia d’Italia, e tutto appare sempre più complicato. E anche il tracciato dell’Alta velocità non è più lo stesso. In principio, Rfi aveva pensato a un progetto che potesse cucire le zone densamente abitate, come l’alto e il basso cosentino, con Cosenza, e la fascia jonica, con Corigliano Rossano. In pratica, lo studio di fattibilità tecnico-economica, commissionato da Rfi e costato circa 35 milioni, aveva individuato un tracciato da Praia a Mare e Tarsia, con connessione verso Sibari, sulla costa, e Cosenza, con rientro sul Tirreno a Paola. Ma questa parte è stata successivamente rivista da Rfi per «emergenze idrogeomorfiche difficili da gestire». In sostanza, si è accertato che il tracciato Praia a Mare-Tarsia avrebbe dovuto attraversare una falda acquifera che alimenta l’“Abatemarco”, l’acquedotto più grande della Calabria che rifornisce (con periodici guasti) 22 comuni del Cosentino. Un inciampo per l’Alta velocità, «un problema che rischia di modificare il progetto».
Lo denuncia il Comitato tecnico scientifico “Pro-Tav” che è nato a Cosenza. Un gruppo di sindaci, tecnici ed esperti, che, adesso, teme anche la sottrazione dei fondi destinati all’opera. L’ingegnere Giuseppe Lo Feudo, già direttore delle Ferrovie della Calabria, è uno dei tecnici del comitato: «Quando venne annunciata dal governo Draghi in occasione della presentazione del Pnrr, la linea dell’Alta Velocità Sa-Rc doveva essere ultimata nel 2030 permettendo di collegare i 455 chilometri fra Roma a Reggio Calabria in 3 ore e 40. Attualmente sono appena stati avviati i lavori del primo sub lotto del Lotto 1 (Battipaglia-Romagnano), circa 30 chilometri in territorio campano. E sono ancora da bandire le gare per gli altri due sub lotti. Degli altri lotti fino a Reggio Calabria non sono ancora stati redatti gli studi di fattibilità. Rfi nel corso del dibattito pubblico ci ha fatto sapere che sul tracciato interno verso Tarsia sarebbero state rilevate delle emergenze idrogeomorfiche difficili da gestire e quindi si sta valutando di riportare la linea sul vecchio percorso tirrenico da Praia a Paola, saltando le fermate di Tarsia e di Cosenza perdendo così tutto l’impulso economico che l’Alta Velocità darebbe ai grandi centri dell’area dello Jonio e del’interno, come Rossano-Corigliano, Sibari, Castrovillari e naturalmente Cosenza».
Nel comitato ci sono anche cattedratici. Luigi Martirano è ordinario alla “Sapienza” e non è convinto dello spostamento del tracciato. «Sorprende che Rfi scopra quello che già era noto, cioè le falde d’acqua vicine all’acquedotto Abatemarco dove ci sono delle gallerie di captazione. E stupisce ancora di più che questi problemi tecnici non siano stati evidenziati nello studio di fattibilità di Rfi pagato dallo stato 35 milioni. Noi crediamo di trovarci di fronte a una scusa tecnica per giustificare una scelta politica, risparmiando sull'Alta Velocità in Calabria che oggi come oggi sembra che il governo voglia fermare a Praia a Mare».
Le Ferrovie hanno fatto sapere che «ad oggi l’opera dispone di fondi per 12 miliardi di euro». Il primo tronco (Battipaglia-Romagnano) sarà ultimato entro il 2026. Poi seguiranno il lotto 1b e 1c (in Campania) «finanziati quasi per intero con iter autorizzativo in corso». Quanto al cambio di percorso, la posizione di Fs è la seguente: «Il tracciato Praia a Mare-Tarsia, a seguito delle indagini condotte in fase di sviluppo progettuale, è risultato non realizzabile portando ad analizzare soluzioni alternative di tracciato, rivalutando anche il corridoio tirrenico (Praia-Paola)».
Parole che non sono state accolte bene in Calabria. Il sindaco di Cosenza, Franz-Caruso, cerca da tempo un incontro con Matteo Salvini. Di recente ha spiegato le sue ragioni in una conferenza stampa promossa al Senato. «Il ministro si è sottratto al question time sulla Salerno-Reggio Calabria, fatto che considero grave e prova del disinteresse del ministro per il Sud e per la Calabria che alla Lega ha dato più di 40mila voti. Reperire i finanziamenti, come dice il ministro, al termine dell’iter autorizzativo è in contrasto con tutte le norme in materie di opere e contabilità pubblica e in Manovra sulla Sa-Rc non c’è nessuna posta».
La scusa dell’acqua non convince il professor Martirano. «Non sono credibili complicazioni di realizzazioni a causa di falde acquifere nella stessa zona sono state realizzate le gallerie della nuova Cosenza-Sibari, conosco personalmente i progettisti. Se ci sono problemi d’acqua si risolvono. Si scavano gallerie dappertutto e noi italiani siamo i più bravi al mondo. Abbiamo progettato la galleria sotto il canale del Bosforo a Istanbul, faremo il Ponte sullo Stretto, un opera unica al mondo, e poi ci fermiamo davanti a una bolla d’acqua».

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