Una domenica d’estate. Trascorsa in Sila per fuggire dal calore agostano che infiamma Cosenza. Ilaria Mirabelli, 39 anni e Mario Molinari, 52, stanno insieme da qualche tempo, il rapporto va avanti tra alti e bassi. Quel giorno - è domenica 25 agosto - pranzano a Lorica. Poi imboccano la strada del ritorno a bordo di una Volkswagen Cross Up, nulla lascia presagire quanto sta per accadere. Eppure lungo il tragitto la vettura di fabbricazione tedesca urta la recinzione di rete metallica e paletti in legno che cinge la strada e per 47 metri continua sbandando la sua corsa. Poi si capovolge. È in questa fase che lo sportello anteriore destro del mezzo si apre e Ilaria fuoriesce dall’abitacolo rimanendo schiacciata. Il decesso della donna è immediato, il trauna toracico è devestante. Mario Molinari rimane invece lievemente ferito riportando lesioni giudicate guaribili in tre giorni. A valutarne l’entità sono i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore intervenuti sul posto. L’uomo viene sottoposto ad accertamenti clinici - come prevede la prassi - per verificare il tasso alcolemico e l’eventuale abuso di droghe. I controlli danno esito positivo con un tasso alcolemico dell’1,13 g/i e positività alla cocaina e ai cannabinoidi (il test applicato è quello di primo livello). Partono le indagini. Molinari dichiara l’accidentalità del caso e sostiene che a guidare il mezzo fosse Ilaria Mirabelli. La madre e la sorella della deceduta non sono convinte della dinamica degli accadimenti e danno mandato all’avvocato Guido Siciliano di rappresentarle. Il legale produce memorie e chiede che si proceda non contro ignoti ma per omicidio stradale nei confronti di Mario Molinari. I pm Donatella Donato e Mariangela Farro, titolari del fascicolo, dispongono l’autopsia e ordinano una perizia tecnica sulla vettura affidata al consulente Fausto Carelli Basile. Il perito procede a una serie di accertamenti per verificare la distanza tra il sedile, la pedaliera e il volante dell’auto al momento del sinistro convincedosi, dopo una serie di prove e rilievi, che le misure coincidano con quelle dell’uomo e non con quelle della vittima. Alla guida c’era insomma l’indagato. Non solo: Carelli Basile, accerta che la Volkswagen procedeva ad 80 chilometri orari lungo un tratto stradale in cui non era consentito superare i 50 km. Molinari avrebbe perso il controllo dell’auto incrociando un altro veicolo che procedeva in senso opposto. Nel tentativo di riprendere la propria carreggiata si sarebbe repentinamente spostato sulla destra finendo nella scarpata e impattando sulla rete di protezione. Da qui avrebbe proceduto in modo accidentato per 47 metri, fino al ribaltamento. Queste le conclusioni. Mario Molinari, difeso dall’avvocato Nicola Rendace del foro di Cosenza, ha reso interrogatorio di garanzia sostenendo una tesi diversa e, comunque, indicando Ilaria Mirabelli come alla guida della vettura. La versione resa confligge secondo i pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Antonio D’Alessio, con gli esiti della consulenza. Da qui la richiesta di arresto dell’uomo per omicidio stradale. L’indagato è comparso ieri mattina davanti al Gip per rendere dichiarazioni come prevede la legislazione vigente. Prima della emissione di un provvedimento restrittivo, infatti, il Giudice per le indagini preliminari (almeno rispetto a reati del genere) deve interrogare il possibile destinatario della misura. Contro Molinari sono pronti a costituirsi civile le congiunte della vittima e l’ex marito (quest’ultimo assistito dall’avvcato Salvatore Tropea)