Come aveva chiesto il Comitato civico “Si(la) salute bene comune”, ogni sangiovannese ieri, ad un mese dalla tragedia, ha esposto sul proprio balcone un lenzuolo bianco: in segno di purezza e limpidezza, com’è stata la breve vita di Serafino Congi. Non si placa, quindi, la rabbia per una morte che ha scosso tutti. Lenzuola non solo a San Giovanni, ma in ogni dove. Nell’Emilia Romagna, nel Piemonte, in Lombardia, ma pure in Svizzera, Belgio, Francia, e finanche a Calgary, in Australia. Una manifestazione ad un mese esatto dalla disgrazia, quando il 47 enne, a causa di un ritardo nell’arrivo dell’ambulanza da Cosenza rimase per almeno 3 ore nel Pronto soccorso cittadino. Un’attesa che si rivelò fatale: il cuore di Serafino cessava di battere sull’ambulanza diretta all’Annunziata, dopo le 18,30 di sabato 4 gennaio, all’altezza di Acquacoperta. Una sventura che produce disappunto, rabbia amarezza. Se fosse stato trasferito prima... chissà, forse avrebbe potuto salvarsi. Serafino con ce l’ha fatta, ma la sua morte ha smosso l’opinione pubblica regionale e in parte nazionale. S’è creato, quindi, un sussulto, “certificato” dalla fiaccolata silenziosa che ha visto in corteo 8 mila persone. Ed ancora altri sit-in, come quello dinanzi al Municipio, alcuni giorni fa.