Il grande inganno. Messaggi, filmati e foto: i telefoni cellulari raccontano la storia della coppia finita nei guai per il rapimento della piccola Sofia. Rosa Vespa, 52 anni, e Omogo Moses, 47, nigeriano, si scambiavano più volte al giorno opinioni attraverso il sistema di messaggistica whatsapp. La donna, negli ultimi nove mesi, aveva simulato una gravidanza diventata isterica e comunicava al compagno sensazioni, desideri e cambiamenti. Suoi due cellulari sequestrati dai poliziotti del questore Giuseppe Cannizzaro nella casa di Castrolibero dove è stata trovata la neonata rapita la sera del 21 gennaio nella clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, vi sono pure i video della festicciola organizzata dalla cinquantaduenne per accogliere il bimbo mai nato - Ansel - che diceva di portare in grembo. Un bimbo immaginario, che ha finto di partorire l’8 gennaio e che ha pensato poi di rendere reale sequestrando una bimba appena nata. Nei video girati con i telefonini ci sono i palloncini ed i fiocchi azzurri, i dolcini, i confetti, le bottiglie di spumante: il piano folle messo in piedi da Rosa Vespa è, insomma, svelato dalle immagini. Il marito, la sorella, la madre e il cognato sembrano felici ma solo perchè sono all’oscuro di tutto. La donna ha mentito a tutti, mostrando false ecografie, fingendo un ricovero e trasformando il proprio corpo con un’anormale crescita della pancia e dei seni dovuta appunto alla isteria. Il pm Antonio Tridico ha disposto per oggi in Procura il conferimento delle perizie da eseguire sui cellulari della coppia. La procura nominerà un proprio consulente e stessa cosa faranno le parti. Rosina Vespa che è ancora dietro le sbarre e Omogo Moses (invece subito scarcerato dal Gip) sono difesi dagli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano. I genitori della piccola Sofia sono assistiti dagli avvocati Paolo Pisani e Chiara Penna. L’accertamento “tecnico irripetibile” consentirà di acquisire tutto il materiale custodito nella memoria dei telefonini per ancor meglio definire i retroscena della vicenda. La cinquantaduenne detenuta nel penitenziario di Castrovillari ha già avuto un primo incontro con il consulente medico-psichiatrico nominato dai suoi difensori. Il sanitario l’incontrerà adesso più volte al fine di redigere una perizia destinata ad entrare negli atti d’inchiesta. La condotta tenuta da Rosina Vespa per ben nove mesi, la successiva confessione resa al gip, Claudia Pingitore, fanno ben comprendere la presenza nella donna di anomalie psichiche. Occorrerà solo valutarne la gravità e verificare quanto la detenzione carceraria consenta la cura di eventuali patologie riscontrate. Nel corso dell’interrogatorio reso dopo l’arresto Rosa Vespa aveva scagionato il marito nigeriano raccontando dei tanti inganni orditi nel corso dei mesi con la fabbricazione persino di documenti sanitari fittizi.