La statua della discordia. E il duello tutto...socialista.
La Fondazione “Giacomo Mancini” ha reso noto che il sindaco Franz Caruso, storico esponente socialista, ha inviato una seconda “pec” con cui «intima lo sfratto» - così affermano i Mancini - della statua dedicata all’ex ministro, segretario nazionale del Psi e primo cittadino, Giacomo Mancini, collocata lungo la parte finale di corso Mazzini. L’opera, realizzata con una messe di contributi volontari, è collocata di fronte a Palazzo dei Bruzi.
Il nipote dello statista, Giacomo junior, ex deputato del centrosinistra, ha dichiarato: «Caruso per la seconda volta in un mese ha inviato una pec di sfratto al leone socialista. L’«atto è contro la legge e contraddice la delibera di giunta e la convenzione stipulata tra Comune e Fondazione. Insomma è un arbitrio, è un abuso, è una violenza. Ovviamente la Fondazione attiverà ogni tipo di resistenza e di contrasto a questa ignominia. Voglio dire che per proteggere il “leone” da questo abuso c’è bisogno del contributo di ognuno di voli. Chiunque passasse davanti alla statua su corso Mazzini e si accorgesse di qualche movimento, di qualcuno che armeggia intorno alla statua, vi prego di informarci subito in modo che ci precipeteremo lì per impedire, anche fiasicamente, questa violenza. Dico a coloro i quali che nelle prossime ore riceveranno l’ordine di rimuovere la statua di non esegurilo. Gliatti illegittimi, gli atti contro la legge non devono essere eseguiti. Insomma stiamo continuando dopo la gramnde manifestazione di popolo del 18 gennaio la battaglia a difesa del “leone” e di uno dei più bei simboli della città di Cosenza. Affinchè questa battaglia si possa vincere, affinchè si possano sconfiggere gli atti di arroganza perpetrati dal potere c’è bisogno della mobilitazione di tutti. Insieme sconfiggeremo l’arroganza e difenderemo uno degli elementi iconici della nostra città. Stiamo preparando il ricorso al Tar».
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