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Trasporti a Cosenza, barriere architettoniche e coincidenze assurde

Il dibattito sull’Alta Velocità tiene banco da mesi. Ma mentre il medico studia, il malato muore. Per dire che mentre si pensa a progetti avveniristici, la mobilità nell’area urbana cosentina e in altri strati del territorio provinciale viene garantita a stento. Sappiamo del Tpl nel capoluogo, con la crisi irreversibile dell’Amaco, che naviga a vista, step dopo step, ma senza un chiaro progetto che indichi la strada da seguire dopo l’ultima proroga, del 30 settembre (ma sarà davvero l’ultima?) all’esercizio provvisorio. E dei treni, appunto, cosa dire? Pochi e un servizio malridotto che mette in ginocchio pendolari e non. Anche l’accessibilità lascia a desiderare. Esistono ancora barriere architettoniche. Prendiamo la stazione di Paola, con ascensori spesso guasti e banchine non adatte per salita e discesa dai treni, dislivelli impossibili per anziani, disabili, bambini e comunque per persone con bagagli pesanti. Idem a Castiglione, scalo molto frequentato, per la vicina Università. E a Vaglio Lise? Nonostante le ingenti risorse messe in campo con lo scopo di rimuovere le barriere architettoniche eliminando parte di prima e seconda linea le cose non vanno meglio. Molti treni arrivano e partono dal 4. e 5. binario quindi costringendo i viaggiatori a percorrere scalinate importanti i viaggiatori in assenza di ascensori e scale mobili.
Mancano poi coordinamento e coincidenza fra i treni Fdc da Rogliano e Cosenza Matteotti per Vaglio Lise con partenze e arrivi a Vaglio Lisi dei treni da e per Paola e Sibari.

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