Una delle tante storie assurde della sanità locale. Protagonista un impiegato cosentino. Che racconta in poche parole quello che gli è accaduto. «Febbraio 2019: dovevo fare un piccolo intervento che slitta di un anno; febbraio 2020: pandemia. L’intervento passa giustamente in secondo piano: 2020-2021-2022-2023-2024 si sono perse le tracce sia del medico (che non risponde né al telefono, né alle mail), sia della struttura sanitaria - racconta il malcapitato - a gennaio scorso ricevo una telefonata dal reparto di Chirurgia “Falcone” dell’Annunziata. Una operatrice gentilissima ed imbarazzatissima mi chiede se sono ancora disponibile a sottopormi all’intervento. Sono trascorsi sei anni. Ma ci rendiamo conto? Questa è la sanità in Calabria». Giusta osservazione. È vero che durante la pandemia alcuni tipi di intervento sono stati sospesi per dare precedenza ai ricoveri Covid e a tutto l’apparato di emergenza nato in quel periodo. Ma sei anni non sono troppi?