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Tumori pediatrici, in Calabria poche speranze di guarigione

È emerso nella Giornata mondiale che si è svolta a Roma. De Maria: il 75,1% delle famiglie scappa al Nord

«A Cosenza e in Calabria abbiamo più o meno le stesse percentuali di guarire dal cancro infantile che si riscontrano nei Paesi dell’Est Europa e non possiamo meravigliarci se il 75,1% delle famiglie calabresi con un figlio ammalato di cancro decide di abbandonare la propria casa, magari indebitandosi, per andare a cercare altrove speranza di guarigione. Voi nella situazione attuale cosa fareste? Io andrei a piedi anche a Reykjavik». Ironia amara, amara assai, di Franco De Maria, direttore dell’associazione che porta il nome di suo figlio Gianmarco e che da oltre vent’anni affianca e aiuta le famiglie dei piccoli malati oncologici. In città come nel resto della regione e d’Italia, perché ha dovuto riorganizzarsi a fronte proprio dell’imponenza dell’emigrazione sanitaria. Anche grazie all’alleanza con altre realtà aderenti alla Fiagop (Federazione italiana associazioni genitori e guariti di oncoematologia pediatrica), aiutano mamme e papà pure nelle altre città nelle quali cercano di salvare la vita ai propri figli.

Nei giorni scorsi Franco De Maria è stato impegnato a Roma, nell’aula dei gruppi parlamentari alla Camera dei deputati, per un’iniziativa organizzata dalla Fiagop in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile. La discussione ha affrontato le nuove frontiere della cura, l’evoluzione delle terapie, il ruolo delle associazioni impegnate nel supporto alla ricerca e all’accoglienza delle famiglie. Focus su temi come “Le novità nel trattamento dei tumori solidi”, “L’evoluzione dei protocolli per le leucemie acute”, le “Terapie innovative”, “l’intelligenza artificiale a servizio dell’oncologia pediatrica”, “la sfida al neuroblastoma”. Ancora, l’importanza del ruolo della rete Fiagop, il sostegno alla ricerca e quello psicologico, la riabilitazione psicosociale e l’accoglienza. «Le testimonianze di “guariti” hanno gratificato, in qualche modo, l’instancabile lavoro delle associazioni – aggiunge Franco De Maria – condividendo il loro percorso di speranza e resilienza ringraziando tutti gli attori coinvolti in questo percorso e dimostrando, ancora una volta, che l’alleanza terapeutica tra medici, pazienti e associazioni va incoraggiata e sostenuta».

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