La Regione Calabria e il presidente Roberto Occhiuto resistono contro il ricorso del Governo sulla norma dell’ultima legge regionale Omnibus che prevede l'abbassamento della potenza delle centrali o di impianti industriali presenti nei Parchi nazionali e regionali. In questo caso c'è il ridimensionamento – da 41 Megawatt circa 10 – della Centrale a biomasse del Mercure nell’area del Parco del Pollino. La questione ha già solcato i confini regionali e sta tenendo accesi i riflettori su una questione che riguarda diversi siti disseminati in tutta l'Italia. Facile rilevare come il duello, che vede uniti il Pd calabrese e pezzi importanti dello stesso centrodestra, tiene banco in un territorio che continua a mischiare l'ambiente e il lavoro. Un duello impari che ha caratterizzato le vecchie generazioni politiche in un contesto che, oggi, è completamente cambiato: l'area protetta del Parco del Pollino sta facendo passi importanti verso il turismo, l'accoglienza e la valorizzazione di aree che sono di grande pregio ambientale. Tutto questo tenendo insieme un sistema di emissioni che viaggia anche sotto ferrei controlli. La Regione Calabria ha, chiaramente, deliberato di costituirsi davanti la Corte Costituzionale per resistere avverso il ricorso del Governo, che ha sollevato una presunta questione di incostituzionalità riguardante la cosiddetta “norma Laghi”. Il provvedimento venne inserito nel decreto Omnibus con un emendamento del capogruppo di “De Magistris presidente”. L'ex primario della Medicina di Castrovillari, che ha poggiato il suo intervento normativo sulle disposizioni previste nell'ultimo Piano del Parco del Pollino.