Cosenza

Martedì 11 Marzo 2025

Sassi contro un ristorante a Cetraro: assolta una 26enne di Acquappesa

Assolta perchè non punibile per la particolare tenuità del fatto. Per questo motivo, R.J., 26 anni, di Acquappesa, difesa dagli Avvocati Simona Socievole ed Emilio Enzo Quintieri del Foro di Paola, è stata assolta dal Giudice Monocratico del Tribunale di Paola Sara Cominato, nell'ambito di un processo penale definito con il giudizio abbreviato in cui era imputata del delitto di danneggiamento aggravato di un noto ristorante di Cetraro. In particolare, il Pubblico Ministero Mariolina Bannò, Sostituto Procuratore della Repubblica di Paola, l'aveva citata direttamente a giudizio ritenendola responsabile di aver danneggiato la porta in vetro d'ingresso del pubblico esercizio cetrarese, colpendola ripetutamente con una pietra di grosse dimensioni. Con l'aggravante del fatto commesso su cose esposte alla pubblica fede. I fatti in questione avvennero a Cetraro, in Località Santa Maria di Mare, nella tarda notte del 25 giugno 2022. Ad incastrare R.J, la dichiarazione resa dal Maresciallo Capo Alessandro Cimorelli, già Comandante della Stazione Carabinieri di Guardia Piemontese, secondo il quale era proprio lei la persona di sesso femminile ripresa quella notte dalle telecamere di sorveglianza di un'abitazione privata adiacente al ristorante vittima di danneggiamento di proprietà di imprenditori locali, riconosciuta perchè nota all'Ufficio. Per la difesa, invece, dalla visione del filmato, peraltro scuro e poco nitido, non emergeva assolutamente che la persona ripresa fosse R.J., né che la stessa detenesse in mano una pietra di grosse dimensioni. In merito a tale circostanza, la stessa Polizia Giudiziaria riferiva che "il soggetto si avvicina alla porta di ingresso del ristorante presumibilmente con un masso in mano". Inoltre, nel video, non era assolutamente ripresa la scena del danneggiamento cioè l'atto di danneggiamento della vetrata del ristorante. Si trattava, quindi, di semplici sospetti e congetture dei Carabinieri di Guardia Piemontese, prive di qualunque altro riscontro, del tutto insufficienti a fondare un giudizio di responsabilità penale. La Procura della Repubblica di Paola, concludeva chiedendo al Tribunale di Paola la condanna della imputata R.J., alla pena di tre mesi di reclusione, previo riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e della diminuente per il rito alternativo scelto. La difesa, invece, chiedeva il proscioglimento dell'imputata per non aver commesso il fatto proprio per la mancanza, l'insufficienza e la contraddittorietà della prova che questa avesse effettivamente posto in essere la condotta delittuosa contestata. Il Giudice Monocratico del Tribunale di Paola Sara Cominato, invece, ha ritenuto di assolvere l'imputata perchè non punibile per la particolare tenuità del fatto. Tuttavia, nonostante l'esito assolutorio, gli Avvocati Simona Socievole ed Emilio Enzo Quintieri, non appena tra sessanta giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza, proporranno impugnazione alla Corte di Appello di Catanzaro, per ottenere l'assoluzione della loro assistita con formula più ampia in quanto quella per particolare tenuità è pregiudizievole per l'imputata perchè viene iscritta nel casellario giudiziale ed ha efficacia di giudicato quanto all'accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all'affermazione che l'imputato lo ha commesso, nel giudizio civile, per le restituzioni e il risarcimento del danno.

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