Giudizio sospeso e atti alla Consulta per la valutazione della questione di incostituzionalità dell’articolo 248 del Tuel sollevata dal collegio difensivo degli ex amministratori comunali. Si ferma il procedimento contabile che esplora le dinamiche del mancato riequilibrio dei conti di Palazzo dei Bruzi, tra il 2015 e il 2018. Con l’ordinanza emessa dal giudice monocratico, Guido Tarantelli, la Corte ha ritenuto non manifestamente infondata la questione sollevata dai legali dal momento che non appare irragionevole non verificare l’apporto causale degli amministratori chiamati in giudizio e in ragione di ciò, calibrare, ove dovesse essere provata la responsabilità, la relativa sanzione. Una decisione che ricalca perfettamente quelle già adottate in procedimenti analoghi (e sollevate sempre attorno al medesimo nodo normativo) e riferiti ai comuni di Castrovillari e Belvedere Marittimo. Il giudizio sanzionatorio era stato promosso dalla Procura regionale della Corte dei conti nei confronti dell’ex sindaco, Mario Occhiuto, e di 17 consiglieri che avevano guidato il Municipio fino all’autunno del 2021. Il vice procuratore generale, Giovanni Di Pietro, sul filo della prescrizione, nello scorso autunno, aveva chiesto l’applicazione di sanzioni economiche per un totale di 739.515 euro. L’accusa contestata a tutti è quella di aver contribuito, con le proprie condotte colpose (mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi), al verificarsi del dissesto finanziario di Palazzo dei Bruzi. In sostanza, le responsabilità sarebbero state quelle di non essere riusciti a rispettare i paletti del Piano di Riequilibrio Pluriennale (Prpf) che era stato approvato nel 2013. Una procedura imposta da un primo intervento della Corte dei Conti nel 2011 che bocciò il bilancio riferito al 2010 e votato da un’altra amministrazione, guidata dal centrosinistra, con al timone il sindaco dem, Salvatore Perugini. Occhiuto e i suoi furono costretti, loro malgrado, con deliberazione numero 66 del 2012, ad aderire al predissesto (il riequilibrio finanziario pluriennale, appunto) per evitare il default. Ma non fu facile. I magistrati contabili della sezione calabrese ritennero insufficienti le garanzie offerte dal Piano di riequilibrio presentato dalla nuova amministrazione. Decisivo fu il parere delle Sezioni riunite di Roma che ne deliberarono l’approvazione. Rigorosi gli obiettivi finanziari imposti da raggiungere con la zavorra di un sistema di riscossione colabrodo. Si giunse così al dissesto per il quale la Procura contabile ha ritenuto responsabili 18 persone. Si tratta dell’ex primo cittadino, Mario Occhiuto (per lui la Procura ha chiesto una sanzione da 138.796 euro), e per i suoi consiglieri del tempo: Massimo Bozzo (1.920 euro), Davide Bruno (8.281), Francesco De Cicco (54.115), Carmine Manna (16.562), Rosaria Succurro (62.560), Loredana Pastore (63.371), Francesco Caruso (19.750), Matilde Spadafora (39.500), Michelangelo Spataro (34.632), Carmine Vizza (62.560), Giovanni Filice (31.780), Salvatore Bianco (21.180), Teresa Stumpo (21.180), Nicola Barone (31.780), Francesco Segreti (21.180), Santo Torromino (21.180). Tra i destinatari figurano la presidente della Provincia, Rosaria Succurro, e l’attuale assessore a Palazzo dei Bruzi, Francesco De Cicco.