
Succede sempre all’improvviso. E quasi sempre di notte. Pochi secondi che non finiscono mai mentre il mondo sembra finire. Le urla si smorzano in gola, gli sguardi s’incrociano, i mobili si piegano. Pochi secondi restando aggrappati con forza e con fede a quella cosa ibrida che è la vita mentre il cuore vola nel petto seguendo le onde generate dal terremoto. Professore, perché si ha così paura del terremoto? «Penso si tratti di una reazione comprensibile. Del resto, rientra in quella risposta emotiva d’allarme che scatta in ognuno di noi davanti a un evento imprevedibile. Certo, sarebbe meglio pensare a una politica di prevenzione per creare un ambiente sicuro anche in caso di sisma». Gino Mirocle Crisci è un vulcanologo, rettore emerito dell’Unical, ma, soprattutto, uno scienziato che continua ad ascoltare e codificare ogni interferenza nel battito della terra.
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