Halmi Ben Hahmoud Mselmi, il jihadista arrestato a Cosenza stava aspettando il "momento propizio"
Halmi Ben Hahmoud Mselmi stava aspettando il «momento opportuno». Il 28enne tunisino, arrestato a Cosenza per terrorismo, era solito lamentarsi della sua condizione di vita, al punto da affermare di sentirsi come se la terra lo stesse inghiottendo e di essere arrivato al massimo grado di sopportazione tanto da «non farcela più». Il particolare emerge dal decreto di fermo emesso dalla Procura antimafia di Catanzaro. In una conversazione con un suo amico, il 28enne «al di fuori da ogni ragionamento logico» - scrivono gli inquirenti, affermava che «chi vuole acquisire la fede deve divorziare dal mondo, mangiare quello che gli dà Dio, deve avere fede, fare le cinque preghiere nell’orario giusto, leggere il corano e la scienza finchè non si affida a Dio». Nel corso della loro conversazione l’auspicio era che i due venissero utilizzati da Dio. Anche la pazienza è un tema ridondante nell’attività d’indagine ed è considerate dagli indagati, nella loro ferma convinzione takfirista, come il mezzo per sopportare «la miscredenza del mondo terreno e poter raggiungere il paradiso dopo aver agito, nell’attesa che giunga il momento propizio».