
Niente fondi per le case famiglia. Da circa sei mesi la Regione non onora le regole d’ingaggio stipulate con questi enti privati che si prendono cura dei cosiddetti “ultimi”. Così, le strutture d’accoglienza per minorenni – le poche rimaste sul territorio provinciale – versano nelle solite, vecchie e risapute difficoltà economiche. È come rivedere un film visto e rivisto decine di volte. Cambiano i governi regionali, le amministrazioni comunali, i dirigenti del welfare, cambiano gli attori insomma, ma la trama e il copione restano identici. I quattrini per le rette dei ragazzi arrivano sempre con un evidente ritardo. Ciò mette in notevole difficoltà i gestori di queste strutture a cui lo Stato (benché si tratti di enti privati) affida non solo il mantenimento ma anche la protezione dalle mille fragilità, l’educazione, l’accoglienza e i tanti altri bisogni dei minorenni allontanati dalle famiglie.
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