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In 3 arrestati in flagranza nel Cosentino mentre prelevavano inerti dal fiume Nicà e interravano rifiuti edili

Ne è seguito il giudizio per direttissima per G.M., trentacinquenne di Crosia (CS), V.F., cinquantunenne e A.G., cinquantottenne, entrambi di Cariati (CS), riconosciuti colpevoli e condannati alla reclusione per periodi tra i 6 e gli 8 mesi

Eseguivano lavori di estrazione abusiva con mezzi meccanici di materiale inerte dall’alveo del fiume Nicà, tra le province di Crotone e Cosenza e precisamente a ridosso del confine tra i comuni di Crucoli (KR) e Terravecchia (CS).

I carabinieri del Nucleo Forestale di Cirò, durante l’attività di controllo, hanno notato i segni di un cantiere di movimento terra e, insospettiti, si sono appostati a distanza. L’intuizione è stata confermata poco dopo, quando sono giunte sul posto tre persone che, ignare di essere osservate, hanno ripreso ad eseguire il prelievo di massa inerte con l’ausilio dei veicoli a motore. I militari sono dunque intervenuti identificando i soggetti che, alla richiesta senza esito di esibire la necessaria documentazione autorizzatoria, sono stati arrestati per furto aggravato in flagranza ai danni dello Stato, trattandosi di sottrazione abusiva di beni demaniali destinati alla pubblica utilità, sotto le immediate direttive dalla Procura di Castrovillari.

Dai controlli è emerso inoltre che gli operai erano intenti a livellare la buca scavata, per una estensione e profondità di svariati metri, attraverso il reinterro di terre da scavo miste ad altri rifiuti provenienti da attività di demolizione (quali laterizi e calcinacci, calcestruzzo, traversine ferroviarie, ecc.). A seguito di tale attività è scattato anche il sequestro dei veicoli utilizzati per commettere le attività illecite. Ne è seguito il giudizio per direttissima per G.M., trentacinquenne di Crosia (CS), V.F., cinquantunenne, e A.G., cinquantottenne, entrambi di Cariati (CS), riconosciuti colpevoli e condannati alla reclusione per periodi tra i 6 e gli 8 mesi, con pena patteggiata e sospesa, oltre che all’imposizione di una multa.

Le ulteriori condotte contestate dai militari hanno portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria oltre che delle tre persone arrestate, anche del titolare della ditta crotonese di cui gli stessi risultano dipendenti, attivo nella gestione di un impianto di recupero inerti non lontano dalla zona dello scavo. Gli stessi dovranno difendersi anche dalle accuse di invasione di terreni demaniali in area vincolata, gestione illecita di rifiuti nell’esercizio di attività d’impresa, deterioramento di beni paesaggistici, modifica dello stato dei luoghi ed ulteriori profili di responsabilità in campo ambientale in fase di verifica.

L'operazione s'inquadra tra le attività di controllo del territorio dei carabinieri nell’ambito della campagna “Fiume sicuro 2025”, pianificata dal Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi al fine di prevenire e reprimere gli illeciti ambientali.

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