Cosenza

Martedì 17 Giugno 2025

Orrore a Rossano: cane fatto a pezzi, chiuso in una busta di plastica e appeso a una ringhiera

Un ritrovamento agghiacciante, un episodio scioccante ha colpito la città di Rossano, dove è stato ritrovato il corpo senza vita di un cane, orribilmente mutilato e chiuso in un sacco di plastica, poi appeso alla ringhiera di una casa. Una scena crudele, segnata da violenza gratuita e da un senso profondo di abbandono civico. Il sacco, ancora sporco di sangue, emanava un odore insopportabile che ha attirato l’attenzione di una residente, la quale ha dato immediatamente l’allarme. La notizia, raccapricciante nei suoi dettagli, ha rapidamente superato i confini locali, suscitando una valanga di reazioni di sdegno da parte di cittadini, animalisti e rappresentanti istituzionali, tra cui l’onorevole Michela Vittoria Brambilla. Anche l’associazione Animal Protection Italia, impegnata da anni nella difesa degli animali e nella denuncia di abusi, è intervenuta con fermezza: «Non possiamo più accettare di vivere in territori dove la vita animale è trattata come spazzatura» si legge in una dura nota dell’associazione. «Questo non è un caso isolato, ma il sintomo evidente di un disastro etico e sociale che attraversa profondamente questa regione». Nel mirino di Animal Protection Italia ci sono anche le istituzioni locali, accusate di immobilismo e superficialità. «L’ASP e l’amministrazione comunale – prosegue la nota – continuano a produrre proclami inutili e post di circostanza, mentre sul territorio cresce il fenomeno del randagismo, aumentano le cucciolate abbandonate e chi compie violenze resta impunito. Abbiamo documentato decine di casi, ma ci siamo scontrati con risposte inefficaci e mancanza di volontà concreta. Le campagne di sensibilizzazione durano un giorno, poi tutto torna nel silenzio». L’episodio arriva in un momento delicato per Rossano, a ridosso dell’avvio della stagione turistica, sollevando gravi interrogativi sull’immagine della città e sulla capacità delle istituzioni di garantire un ambiente civile e sicuro anche per gli animali. Il timore, condiviso da molti, è che si sia ormai consolidato un clima di impunità, aggravato da una normativa applicata in modo discontinuo e da controlli pressoché assenti. Animal Protection Italia ha annunciato una denuncia formale contro ignoti e l’avvio di una mobilitazione permanente per chiedere giustizia. L’associazione invoca l’applicazione della Legge Brambilla, che prevede fino a quattro anni di carcere e multe fino a 60.000 euro per chi si rende responsabile di simili atti di crudeltà. «Chi ha compiuto questo gesto disumano non può restare impunito. Vogliamo che il responsabile venga identificato e condannato. Serve un segnale forte, che dica chiaramente che la violenza verso gli animali non sarà più tollerata». L’appello si estende anche alla cittadinanza. Chiunque abbia visto movimenti sospetti, notato comportamenti anomali o sia in possesso di informazioni utili, è invitato a contattare l’associazione in modo anonimo. La riservatezza è garantita, ma – come si legge nel comunicato finale – questa volta il silenzio non è più un’opzione.

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