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Rende, il Parco acquatico sotto chiave. La morte di Simona si poteva evitare?

Ipotesi annegamento o malore, la Procura ascolta testimoni per accertare eventuali responsabilità Il volontario e l’infermiera intervenuti sulla piccola avrebbero chiesto un defibrillatore, mai arrivato

Malore o annegamento? Dopo la tragedia che ha scosso la comunità rendese, lunedì pomeriggio, per la morte della piccola Simona Vanessa Szilagyi, il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, ha disposto l’autopsia sul corpo della bambina. L’esame sarà eseguito oggi pomeriggio dal consulente tecnico dell’autorità giudiziaria, Silvio Berardo Cavalcanti. Il titolare della struttura ha nominato un proprio perito, il dottor Ido Lista, che parteciperà all’esame autoptico.

La Procura di Cosenza proseguirà nei prossimi giorni con accertamenti per chiarire eventuali responsabilità legate alla sicurezza della struttura e alla dinamica dell’incidente che ha causato la morte della bambina al parco acquatico Santa Chiara. I carabinieri della Compagnia di Rende hanno acquisito le immagini delle videocamere di sorveglianza, apponendo i sigilli all’impianto.
Ad ogni modo, secondo le prime ricostruzioni, la bambina avrebbe accusato un malore mentre si trovava in acqua. L’ipotesi è quella di una congestione provocata da quanto ingerito poco prima, complici le temperature elevate.
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