Agente cassanese della Penitenziaria aggredito a Vercelli al grido di “Allah Akbar”: 30 giorni di prognosi
Una violenta aggressione si è verificata all’interno del Reparto detentivo dell’ospedale di Vercelli, dove un 43enne, originario di Sibari, agente di Polizia Penitenziaria, è stato brutalmente colpito da un detenuto nordafricano mentre svolgeva il turno di sorveglianza. L’uomo avrebbe attaccato Alfano in modo improvviso e aggressivo, dopo che l’agente gli aveva concesso l’uscita dalla camera per andare in bagno. Secondo quanto riferito, l’aggressione sarebbe avvenuta al grido di “Allah Akbar”, frase che ha fatto da richiamo al personale presente nel reparto. Immediatamente sono intervenuti i colleghi di Alfano che si trovavano nelle vicinanze scongiurando conseguenze peggiori. L'agente sibarita ha riportato fratture per cui è stato necessario provvedere all'ingessatura, prescrizione di utilizzo del collare oltre a 30 giorni di prognosi. Da tutta Italia si è mossa una carovana di solidarietà per l'agente sibarita condannando questi gesti che dimostrano da taluni il totale rifiuto delle regole democratiche. A denunciare la crescente pericolosità all’interno degli istituti è anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che ribadisce l’allarme radicalizzazione: “Le carceri, complici sovraffollamento e degrado, rischiano di diventare terreno fertile per il proselitismo fondamentalista. Non si tratta solo di violenza, ma di minacce che toccano la sicurezza nazionale.” L'aggressione subita da Alfano riporta in primo piano il delicato tema della sicurezza all’interno dei reparti penitenziari e della necessità di un piano concreto per prevenire violenze e radicalizzazione.