Il museo a cielo aperto, nato per impreziosire il “salotto” cittadino, presenta più di una pecca. Le opere che costituiscono il MaB offrono un tocco suggestivo al tratto pedonale che si sviluppa da piazza Bilotti fino a piazza Carratelli; un chilometro lungo il quale sono incastonate gemme d’arte non valorizzate fino in fondo. La portata iniziale del progetto, in questi venti anni, ha perso un po’ di smalto. E ciò non passa inosservato, specie agli sguardi più attenti.
L’isola pedonale mescola cultura, ozio e shopping. La prima, però, deve fare i conti con qualche dimenticanza.
Non tutte le opere presenti, infatti, sono provviste del cartello didattico informativo a cura della “Fondazione Onlus Attilio e Elena Giuliani”. Il cartello che descrive le realizzazioni artistiche non è più presente accanto a diversi capolavori. In certi casi è possibile notare, in realtà, che non è stato mai previsto. In altri, invece, in un primo momento è stato collocato ma il tempo lo ha portato via... Questo lo si può intuire facilmente anche dando un’occhiata sommaria alla pavimentazione, proprio in prossimità delle opere. Un destino amaro per “I filosofi guerrieri” (scultura di Giuseppe Gallo), “Il lupo della Sila” (Mimmo Rotella), “Grande figura accoccolata” (Emilio Greco), “Sedile nero marquina” e “Sedile botticino” (Pietro Consagra), “Rinascita della cultura” (Mimmo Rotella), “Grandi archeologi” (Giorgio De Chirico), “Grande cardinale in piedi” (Giacomo Manzù), “Sfinge” (Alba Gonzales), “Spirale ’82” (Gio’ Pomodoro), “Cariatide” (Mario Sironi), “Il dormiente” (Arturo Martini) e “Furia selvaggia n. 1” (Umberto Mastroianni).
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