
Sono dodici, in totale, i depuratori del comprensorio tirrenico cosentino sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Paola. È quanto rivelato dal procuratore capo Domenico Fiordalisi. È molto probabile che si allarghi ulteriormente, già nei prossimi giorni, l’inchiesta che la Procura paolana – su disposizione dello stesso procuratore Fiordalisi – sta conducendo da ormai alcune settimane sugli impianti di depurazione di molti centri del Tirreno cosentino. Di questi dodici impianti, cinque, come è noto, sono già stati posti sotto sequestro nei giorni scorsi dalla Guardia costiera e dai carabinieri, vale a dire l’impianto di Fuscaldo, di Verbicaro, i due di Cetraro, rispettivamente in località “Sottocastello” e “Santa Maria di Mare”, e quello di Diamante, in località “Sorbo”, mentre altri sette sono ancora oggetto di indagini. Sequestri convalidati dal gip, che ha confermato le ipotesi di reato a carico dei gestori privati e la solidità del quadro probatorio raccolto dalla Procura. Nello specifico, è stata ipotizzata la commissione del reato previsto dall’art 452 bis del codice penale (inquinamento ambientale), che prevede fino a sei anni di reclusione e 100 mila euro di multa per i soggetti coinvolti.
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