Cosenza

Giovedì 18 Settembre 2025

Caso botulino a Diamante: nove indagati e perquisizioni tra Calabria e Campania

Nove indagati, perquisizioni, sopralluoghi e una indagine che spazia tra due regioni. Sul caso botulino scoppiato a Diamante lo scorso mese di agosto sono tutt’altro che spenti i riflettori. La magistratura sta indagando ad ampio raggio. E l’Asp di Salerno ha anche effettuato verifiche precise nello stabilimento di produzione dei broccoletti – a Scafati – dove sarebbero emerse presunte irregolarità. Ad agosto c’era stato anche un richiamo per alcuni marchi di confezioni di friarielli alla napoletana per sospetto rischio di contaminazione con avvertenza di ritirare i prodotti eventualmente in giacenza. I richiami sono stati pubblicati sul sito del Ministero della salute nella sezione dedicata agli operatori. Il capo dei pm di Paola, Domenico Fiordalisi, si è soffermato brevemente sul caso spiegando che «si tratta di una inchiesta molto complessa. Ci sono indagini autonome dell’Asp e altre che sono state richieste dalla Procura». L’obiettivo? «Fissare con certezza le responsabilità». Nel registro degli indagati sono state iscritte, dunque, nove persone: l’ambulante che avrebbe venduto i panini con salsiccia e cime di rapa, tre responsabili delle ditte produttrici di friarielli e cinque medici di due strutture sanitarie del Cosentino (una privata e l’altra pubblica). A riguardo dei camici bianchi le persone iscritte nel registro degli indagati sono i sanitari che si sarebbero interessati alle due vittime – Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, e Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante – prima del loro decesso avvenuto uno a Lagonegro l’altro in Calabria. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale

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