Montalto Uffugo è diventato il simbolo di un disservizio che ha ormai superato i confini della pazienza e della dignità. Il centro di Neuropsichiatria infantile, all’interno dell’Asp di Pianette, punto di riferimento per decine di famiglie nella Valle del Crati, è da mesi in una condizione di stallo pressoché totale. Nessuna équipe, nessun supporto strutturato: solo una dottoressa a reggere le sorti di un intero presidio sanitario. Quella che avrebbe dovuto essere una struttura specializzata nel trattamento dei disturbi neuropsichici in età evolutiva, offrendo terapie, diagnosi precoci e supporto multidisciplinare, è oggi un guscio vuoto, privo del personale necessario e soffocato da lungaggini burocratiche e silenzi istituzionali. A resistere, da sola, è la dottoressa Giuseppina Cundari, che con spirito di servizio continua a svolgere mansioni che andrebbero suddivise tra un’intera équipe: neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità, assistenti sociali, infermieri, personale amministrativo. Tutte figure oggi assenti. «Siamo soli. E chi ci dovrebbe curare non c’è più», raccontano i genitori. Lo scorso aprile sembrava aprirsi uno spiraglio. Grazie all’impegno della sindaca di Lattarico Antonella Blandi, presidente della Conferenza dei sindaci del Distretto Socio-Assistenziale n. 3, si erano attivati tavoli di confronto con l’Asp e con la consigliera regionale Pasqualina Straface, presidente della Terza Commissione Sanità della Regione. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale