Cosenza

Sabato 20 Settembre 2025

Caso Giordano a Montalto, parla l’ex convivente Fabrizia Dragone: "Additata ingiustamente, ora voglio solo verità e rispetto per la memoria di Ettore"

Il tribunale di Cosenza

A distanza di oltre tre anni dalla tragica morte di Ettore Giordano, il 42enne trovato senza vita il 9 giugno 2022 nella abitazione della compagna, a Taverna di Montalto Uffugo, la vicenda giudiziaria e mediatica che ruota attorno a quel drammatico episodio continua a far discutere. In queste ore, a prendere la parola in prima persona è Fabrizia Dragone, ex convivente della vittima, che ha scelto di affidare alla stampa una nota per chiarire la propria posizione, stigmatizzare alcuni contenuti recentemente apparsi su varie testate e ribadire la volontà di contribuire attivamente e nel pieno rispetto delle istituzioni all'accertamento della verità. «Ho preso atto della massiccia rassegna stampa locale mediante cui, giorni addietro – spiega Fabrizia Dragone - è stata divulgata la notizia degli accertamenti tecnici disposti dal Gip di Cosenza e coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza nel procedimento riguardante il decesso del mio compagno Ettore Giordano, con cui ho convissuto per anni, sino all’ultimo tragico giorno». Una premessa doverosa, quella della compagna della vittima, che sin da subito pone l’accento sull’aspetto umano della vicenda. Una relazione duratura, una quotidianità condivisa, un legame spezzato all’improvviso, lasciando spazio a interrogativi, dolore e, come traspare dalla lettera, anche profondo senso di ingiustizia rispetto a come i fatti sono stati rappresentati pubblicamente. Fabrizia Dragone, infatti, esprime forte preoccupazione e disappunto per il modo in cui la stampa abbia riportato specifici dettagli legati al giorno della tragedia, attribuendole comportamenti che, secondo la sua versione, non solo non corrispondono alla realtà, ma rischiano di distorcere la percezione pubblica del suo ruolo in quella vicenda. «Ho preso atto, altresì, scrive ancora, del contenuto di alcuni articoli di stampa con cui, in maniera inappropriata sono stata incomprensibilmente additata di aver chiamato la mamma del Giordano a distanza di molto tempo dal fatto e addirittura di non aver allertato i soccorsi». Una ricostruzione che la Dragone contesta con fermezza, denunciando il fatto che tali affermazioni siano state riportate quasi come se fossero verità consolidate, nonostante le indagini siano ancora in fase preliminare e, dunque, lontane da qualunque accertamento definitivo. «In disparte l’anomala circostanza che detti organi di stampa abbiano riferito su tali fatti ritenendoli certi nonostante siano in corso le indagini preliminari – prosegue la nota – l’unica verità processuale è che l’Ufficio di Procura di Cosenza, proprio in tale procedimento penale e a seguito di scritti difensivi depositati dai miei legali, ha esplicitamente riconosciuto il mio stato di persona offesa del reato». Proprio in virtù di tale riconoscimento, Fabrizia Dragone ha annunciato la propria partecipazione agli accertamenti tecnici irripetibili fissati per il prossimo 23 settembre, nel quadro delle attività investigative disposte dal giudice per le indagini preliminari.

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