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A Cosenza le ripetute fughe di boss e picciotti dalle file della criminalità nomade

Il pentimento di Luigi Berlingieri segue le clamorose scelte di Celestino Abbruzzese, Anna Palmieri, Gianluca Maestri e Franco Bruzzese. Gli “zingari” sempre più vulnerabili

Indeboliti. La criminalità nomade sta subendo una graduale e inaspettata “fuga” di picciotti e boss dalle sue file. È un dato significativo per una organizzazione molto simile alla ‘ndrangheta dei primordi. Gli “zingari”, infatti, fondano la loro organizzazione su legami parentali forti, matrimoni incrociati, famiglie che diventano clan come dimostrano sentenze ormai passate in giudicato. Di più: portano tutti gli stessi cognomi, dispongono di elevate quantità di armi, parlano un gergale identitario ed hanno ormai sancito alleanze strategiche con le ‘ndrine tradizionale entrando a far parte del “sistema” che gestisce gli affari illeciti (droga ed estorsioni) nell’intero territorio provinciale.
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