
Condanna all’ergastolo. È questa la decisione dei giudici di primo grado della Corte d’Assise di Cosenza (presieduta da Paola Lucente a latere Francesca De Vuono e giudici popolari) nei confronti di Rocco Azzaro il boss coriglianese di 71 anni accusato di aver occultato il cadavere di Andrea Sacchetti, il ventinovenne di Rossano ucciso e fatto sparire nel 2001.
Il verdetto di “fine pena mai” è giunto nel pomeriggio di ieri, dopo la conclusione delle arringhe finali e delle repliche.
I giudici hanno così accolto la richiesta avanzata la scorsa settimana dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Stefania Paparazzo, nei confronti del capobastone coriglianese.
L’omicidio Sacchetti è un fatto di sangue che risale a quasi 25 anni fa. La morte del ventinovenne si fa risalire a un classico caso della cosiddetta “lupara bianca” e che sarebbe avvenuto appunto nel febbraio del 2001 nella Sibaritide dopo una sua improvvisa sparizione dalla circolazione dalla data del 5 febbraio.
La richiesta di condanna è giunta al termine della ricostruzione fatta dal pubblico ministero di tutte le fasi dell'omicidio di Andrea Sacchetti che dopo sarebbe stato attirato dal boss di allora Nicola Acri, detto occhi di ghiaccio, in un agguato e poi ucciso da due boss di Cassano Ionio, Eduardo Pepe e Fioravante Abruzzese, entrambi uccisi a loro volta in un agguato nel 2002. A narrare gli avvenimenti sono stati i pentiti.
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