Lui ama Cosenza e Cosenza ama lui. All'Unical, ieri, studenti in visibilio per Dario Brunori. Il cantautore cosentino ha scelto i cubi di Arcavacata per l'ultima tappa di “Parla con Dario”, il nuovo format di incontri, organizzato da Island Records in collaborazione con Feltrinelli e Picicca, con il quale ha attraversato l'Italia per presentare il nuovo disco di Brunori Sas, dal titolo “Cip!”.
Non il consueto appuntamento nei grandi spazi commerciali che solitamente accompagna l'inizio di un nuovo progetto discografico, ma delle occasioni di incontro dirette e senza filtri, in cui Dario ha ritrovato il suo pubblico e si è confrontato con i ragazzi. «Ogni volta che incontro la mia gente - ha detto il giovane artista cosentino - è più difficile perché quando giochi in casa c'è un'aspettativa diversa. Ovviamente la scelta dell'Università della Calabria è stata ben studiata e ha permesso anche di avere più pubblico giovane. Attraverso domande scritte da ogni persona presente e poi messe in una scatola, io mi sono esposto senza filtri e questo è un mettersi alla prova».
Il prossimo 29 febbraio a Vigevano partirà il suo nuovo tour che si concluderà il 5 aprile al PalaCafiore di Reggio Calabria, unica tappa calabrese. E Brunori non vede l'ora di iniziare: «Mi aspetto cose meravigliose. C'è adrenalina pura anche perché si svolgerà con una modalità diversa anche se l'obiettivo è stato quello di preservare lo spirito del live. Stiamo preparando uno show molto bello».
All'indomani delle elezioni regionali in Calabria il cantatore riflette sul futuro dei ragazzi e della gente della sua terra: «Mi aspetto che i calabresi possano pensare in modo diverso alla politica. Da sempre sono convinto che per cambiare bisogna iniziare dal basso. È necessario agire e fare qualcosa rimanendo in Calabria perché non c'è questa necessità stringente di fare le valigie e partire. Si può migliorare rimanendo e non andando via. Sono fiducioso in tutte le piccole realtà che operano sul territorio e penso che si debba partire dalla base per avere poi dei risultati».
Qualche mese fa, Dario era sceso in piazza a Cosenza durante il primo corteo delle Sardine e lo aveva fatto da semplice cittadino: «C'ero quella sera perché mi interessano i movimenti e tutto ciò che fa incontrare la gente perché sono convinto che bisogna incontrarsi e vedersi. È importante il confronto con le persone in carne e ossa e non relegare i rapporti sociali alle relazioni intraprese sui Social».
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