Cosenza

Venerdì 22 Novembre 2024

La Calabria raccontata da chi ha scelto di restare nell'ultimo libro dell'archeologa Iorfida

“Il figlio del mare” è il titolo dell'ultimo libro dell'archeologa calabrese Eliana Iorfida (Sette paia di scarpe, Antar, La scatola dei ricordi). Il volume, appena pubblicato da Pellegrini, è stato presentato nei giorni scorsi sui canali social della casa editrice cosentina e mercoledì ha pure aperto la rassegna culturale “Libri a Palazzo” di Mendicino (in questo caso, il prossimo appuntamento è per il 17 giugno con “Nero di Seppia” di Gregorio Corigliano): ambientato in una Calabria arcaica, ancestrale, madre e matrigna al contempo, racconta la storia della giovane Bianca che, durante una notte misteriosa, diventa vittima di una terribile violenza, metafora, in fin dei conti, delle terre del sud Italia, spesso sedotte e abbandonate, violate nel profondo. Attorno a Bianca, iconica protagonista femminile del romanzo, ruotano le storie degli altri personaggi, di altre solitudini che a un certo punto s'incontrano: lo zio pescatore Palmiro col suo buon cuore, la nonna Angelina che usa cucinare ai morti come vogliono tradizione e antiche usanze, l'insegnante salvifica Fiorella e Jo, il figlio del mare che, a distanza di trent'anni, torna dalla Liguria sulla costa ionica alla ricerca della verità. Un romanzo che è, dunque, corale ed è, più in particolare, capace di attraversare la Calabria raccontandola da diversi punti di vista e in diverse epoche (le vicende sono calate negli anni Ottanta e Duemila, ma numerosi sono pure i flashback presenti nella narrazione e che trasportano negli anni Cinquanta-Sessanta, nel periodo, cioè, dell'emigrazione). «Con questo libro - spiega l'autrice - ho voluto raccontare la Calabria, anzi le Calabrie, da varie prospettive: con gli occhi di chi resta, con gli occhi di chi arriva per la prima volta, con gli occhi di chi ritorna perché attratto dalla luccicanza della propria terra. I temi sono di certo quelli del viaggio, delle radici e dell'identità: ricorrono spesso nei miei scritti, me li porto dietro e anche questa volta sono la chiave per comprendere se stessi». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Cosenza

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