L'Amministrazione comunale restaurerà il sipario storico del Teatro Rendano, in collaborazione con l'Associazione culturale Polimnia di cui è presidente Luigia Pastore. La decisione fa seguito alla deliberazione con la quale la Giunta municipale aveva approvato lo stesso progetto di consolidamento e restauro del sipario storico del teatro Rendano nel 2019 e la cui realizzazione fu poi sospesa a causa della pandemia. Ora il progetto riprenderà il suo corso e attorno al restauro del prezioso manufatto il Comune e l'Associazione culturale “Polimnia” costruiranno una serie di attività collaterali che saranno illustrate, subito dopo Ferragosto, nel corso di una conferenza stampa. Il costo necessario per il restauro del sipario storico è a totale carico dell'associazione Polimnia che si è assunta la responsabilità del bene per tutto il periodo dell’intervento di restauro e fino alla sua riconsegna all’Amministrazione comunale.
Un progetto di cittadinanza attiva
Il restauro del sipario storico si svilupperà attraverso un progetto di cittadinanza attiva che contempla una raccolta di fondi ed anche il ricorso all’Art Bonus. L’intervento di restauro, finalizzato al consolidamento materico dell’opera e all’ottimizzazione dello stato decorativo, avverrà in fasi e tempi differenti, anche sulla scorta delle esigenze del Teatro. “Siamo particolarmente lieti che il progetto di restauro che ci venne proposto già da qualche anno dall'Associazione Polimnia – ha affermato il sindaco Mario Occhiuto – possa finalmente vedere la luce. Siamo fermamente convinti che i sipari dei teatri ed anche quello del Rendano, siano depositari di lunghe pagine della vita culturale delle città e dei luoghi ai quali fanno da sfondo. Ed è con questo spirito che abbiamo raccolto la proposta di Polimnia che insieme al Comune si prenderà cura di un manufatto importante della storia della nostra città”. Il sipario storico del Teatro “Rendano” è, infatti, un pregevole manufatto con 120 anni di vita, opera di Paolo Vetri, pittore siciliano di nascita e napoletano di formazione, che lo realizzò nel 1901, su disegno di Domenico Morelli, e che proprio per la sua importanza e il suo valore merita di essere sottoposto ad un accurato lavoro di restauro. La tela raffigura, come è noto, il festoso arrivo a Cosenza, nel 1433, di Luigi III d'Angiò, duca di Calabria, e della sua giovane sposa Margherita di Savoia. Forte è, pertanto, la connotazione identitaria per i luoghi e le occasioni storiche rappresentate nella tela. Il progetto di restauro è stato anche autorizzato, dall'aprile del 2019, dalla Soprintendenza Archeologia-Belle Arti e Paesaggio della Calabria.