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Cosenza, la Commissione cultura affronta la tragedia delle foibe

L’audizione in aula del professore dell’Unical di Storia delle dottrine politiche Spartaco Pupo

Un confronto in sede istituzionale. Su un tema ancora spinoso - quello delle foibe - che è rimasto a lungo confinato ai margini della storiografia. Le vittime italiane dei “titini” sono state condannate - fino al 2004 - a una sorta di damnatio memoriae definitivamente sconfitta con la istituzione della “Giornata del ricordo” voluta e votata all’unanimità dal Parlamento nel 2004. Di foibe e italiani assassinati in Istria e Dalmazia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si è parlato in Commissione Cultura del Comune, grazie all’iniziativa del presidente, Mimmo Frammartino (centrosinistra), che ha convocato in audizione il professore associato di Storia delle dottrine politiche dell’Unical, Spartaco Pupo.
«Con questo genere di iniziative» ha detto il professore Pupo «c'è bisogno di recuperare il senso vero dell'istituzione del giorno del ricordo, e cioè la trasmissione della memoria e del ricordo stesso alle nuove generazioni. Al ricordo dell'infoibamento, dei rastrellamenti e delle esecuzioni nelle cavità rocciose create dalla erosione dei fiumi dell'altopiano del Carso, la zona montuosa che sta tra Trieste, il Montenegro e la penisola dell'Istria, assoggettata sin dal ‘700 all'autonomismo politico, va aggiunto anche e soprattutto il ricordo dell'esodo e la memoria ferita di chi ha dovuto, per necessità, lasciare la propria patria. Una verità non rivelata per molti anni».

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