Un’eccellenza del teatro. Nostra. Quinto Ubu al drammaturgo, regista e attore di Castrovillari Saverio La Ruina
Il premio Ubu, ovvero l’eccellenza del teatro (li chiamano, con un accostamento che non piace molto a chi ama il teatro, “gli Oscar del teatro” italiano). E lui ne ha già vinti altri quattro. Lunedì sera sul palco dell’Arena del Sole di Bologna, nella serata condotta da Graziano Graziani e Gioia Salvatori, è risuonato ancora, tra i nomi dei vincitori della 45esima edizione, quello di Saverio La Ruina, drammaturgo, regista e attore di Castrovillari – dove nel 1992 ha fondato assieme a Dario De Luca la compagnia Scena Verticale, che dal 1999 organizza la «Primavera dei Teatri», apprezzatissimo festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea (Premio Ubu nel 2009) –, che ha conquistato per la quinta volta il premio, nella categoria Miglior testo italiano e Scrittura drammaturgica (il suo terzo premio dopo «Dissonorata» del 2007, per cui vinse anche come miglior attore, e «La Borto» del 2010, mentre nel 2012 vinse come attore per «Italianesi»), con il suo ultimo spettacolo, “Via del Popolo”, prodotto da Scena Verticale e che ha debuttato al Teatro Menotti di Milano. Il nome di una via della “sua” Castrovillari, un luogo che dagli anni 60 a oggi è cambiato profondamente, si è desertificato, sorte comune a tanti centri grandi e piccoli. Con la sua scrittura intensa e avvolgente, raccontando il passato e il presente (alle sue spalle, una reinterpretazione di un “orologio molle” di Dalì), La Ruina nel suo monologo convoca tutta una comunità che s’è polverizzata – lungo quel cammino di via del Popolo, con le botteghe chiuse e le persone sparite – , ricostruendola con una nostalgia vivida colma d’affetto che non è sterile contemplazione del passato, ma traccia per recuperare il valore dell’umano, che è - sempre - la materia viva del drammaturgo La Ruina. Per il resto, grande vincitore di quest’anno è stato «Anatomia di un suicidio», che si è aggiudicato l’Ubu 2023 per il miglior spettacolo di teatro, per la regia (a Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, associati nell’ensemble lacasadargilla, e premiati anche per il precedente spettacolo, «Ministero della Solitudine», bloccato dal Covid e tornato in scena adesso), per il miglior attore (Francesco Villano), per il nuovo testo straniero (opera della drammaturga e sceneggiatrice inglese Alice Birch) messo in scena da una compagnia italiana, e in parte anche per la migliore attrice under 35: premiata Petra Valentini, che nella scorsa stagione aveva interpretato sia «Anatomia di un suicidio» sia «Hedda. Gabler. Come una pistola carica». La giuria del premio – fondato nel 1978 dal critico teatrale Franco Quadri e oggi curato dall’“Associazione Ubu per Franco Quadri” – composta da oltre sessanta critici e studiosi teatrali italiani, ha confermato il grande successo di pubblico dello spettacolo. La coproduzione «Gli anni» di Marco D’Agostin e Marta Ciappina si è aggiudicata i premi per il miglior spettacolo di danza e la miglior attrice (Marta Ciappina). L’Ubu alla carriera è andato a Danio Manfredini, già vincitore di tre Premi Ubu per altrettanti spettacoli. Il premio al miglior attore under 35 è andato al milanese Alberto Boubakar Malanchino. Il direttore della fotografia Cesare Accetta è stato premiato per le luci dello spettacolo «La cupa» e il sound designer torinese GUP Alcaro per le musiche di «Lazarus», spettacolo diretto da Valter Malosti. Premiate le scenografie di Margherita Palli per il «Romeo e Giulietta» di Mario Martone, spettacolo di punta nella scorsa stagione del Piccolo di Milano. Miglior spettacolo straniero presentato in Italia è stato «Caridad» di Angélica Liddell, in scena in esclusiva nazionale al Teatro Arena del Sole di Bologna. Premio Progetti, infine, alla compagnia Kepler-452 per lo spettacolo «Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto». (red.cult.)