C'è una coltre densa di nubi, laggiù, sullo sfondo della fotografia che ritrae il centro storico di Cosenza. Si vedono ancora a una certa distanza ma non sono lontane abbastanza quelle nubi che minacciano di scatenare, nella città antica, un temporale analogo a quello che s'è abbattuto in viale Parco e ha cancellato (almeno per il momento) le risorse economiche destinate alla metroleggera. L'acquazzone di cui già s'inizia a sentire l'odore minaccia i fondi europei - novanta milioni tondi tondi - che dovrebbero dare una luce diversa a questa parte di città da sempre al centro dei dibattiti politici, culturali, economici e di chissà quale altra natura. Discussioni rimaste, almeno finora, parole confinate in annunci dal sapore elettorale e niente più. Adesso quei fondi, a sentire il leader della Grande Cosenza, Carlo Guccione - visto che il tempo stringe: il limite è fissato alla fine del 2021 - ballano una danza dalle note mortifere. E non è una congettura ma una realtà che il consigliere regionale dem ha messo nero su bianco in un'interrogazione che, l'altro ieri, ha fatto recapitare al sindaco Mario Occhiuto. Chiede ragguagli, Guccione. O meglio: rassicurazioni sull'iter progettuale necessario a non far sfumare quei fondi. Perché, afferma, «gli altri enti (ovvero la Provincia, il Mibac Calabria, l'Unical e l'Agenzia demaniale) hanno già presentato, il 28 aprile, le loro proposte nel corso d'una riunione organizzata dal Ministero e dal sottosegretario alle attività culturali Anna Laura Orrico». Proposte d'una certa caratura, capaci di cambiare non solo il volto del centro storico ma anche il tessuto economico e occupazionale nel comprensorio dell'area urbana. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Cosenza