In un anno di guerra il mondo è cambiato. Tantissima gente, ormai, cerca di sopravvivere con poco per far sopravvivere tutti dentro casa (per chi ne ha una, naturalmente), figli, mariti, mogli, genitori, parenti. Un’indomita resistenza per guadagnare anche un solo giorno di vita sfuggendo alla carestia e alla fame. Una pressione ispirata dall’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti come mai s’era vista negli ultimi quarant’anni. E l’impennata dei prodotti energetici ha spinto alle stelle il costo della vita (a Cosenza i soli generi alimentari sono aumentati del 18,9% in un anno) generando una dilatazione della piattaforma delle nuove povertà. La corsa al rialzo delle quotazioni di gas e luce hanno fecondato l’iperinflazione che ha generato scenari negativi lungo il crinale dell’economia. Commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari al dettaglio, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie, centri per il benessere fisico, trasporti e logistica. E, naturalmente, le famiglie che sono il motore delle economie locali. L’Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rialzi annui di luce e gas, attraverso l’elaborazione dei dati Istat relativi al mese di gennaio 2023. Cosenza è la città calabrese più tartassata con bollette più care del +59,9% su base annua (Catanzaro +58,2% e Reggio +56,5%) con un esborso di 807,71 euro in più nei dodici mesi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza