L’Istat disegna smorfie che affondano nell’incertezza dei numeri. Screpolature che si scoprono nel tessuto demografico. Dune disegnate dai dati del censimento permanente della popolazione in Calabria che consolidano uno scenario di solitudine. Da anni, sciami d’umanità abbandonano questa terra avara di opportunità, senza lavoro e senza speranze, soprattutto, per i più giovani. E, poi, c’è il crollo delle nascite che qui semina più macerie che altrove. Dal 2011 il trend è negativo in tutta Italia, inutile illudersi. Uno scenario che neanche il Covid è riuscito a ripulire. E così, quel male oscuro, nascosto negli allarmanti diagrammi demografici, continua a distillare preoccupazione. I residenti diminuiscono in tutte le province calabresi. La contrazione annua maggiore si registra nel Cosentino con 1.576 abitanti in meno. Dal 2011, sul registro degli assenti sono finiti 39.487 cosentini, un insediamento urbano pari alla terza città della provincia, più grande persino di Rende. Il 36,47% dei calabresi è concentrato nella provincia di Cosenza (674.543 residenti) nonostante una diminuzione della densità abitativa per chilometro quadrato. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza