È ufficiale: dal primo giugno, anche a Rende si pagherà la cosiddetta tassa di soggiorno. La decisione è stata confermata dai tre commissari che hanno deliberato, in tal senso, una delibera di almeno due anni prima ferma al palo. Mesi di riunioni e condivisioni tra albergatori, amministratori e rappresentanze di categorie. Il gettito previsto? Ancora non è chiaro ma potrebbe arrivare una somma in bilancio abbastanza cospicua. Nel 2023, solo per citare un dato che potrebbe essere proiettato nel 2024, in città hanno “soggiornato” circa 130 mila visitatori. Niente male. “L’Imposta di Soggiorno è istituita in base alle disposizioni previste dall’art. 4 del D. Lgs. n. 23 del 14 marzo 2011, Il relativo gettito è destinato a finanziare gli interventi, previsti nel bilancio di previsione del Comune di Rende in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali, nonché i servizi pubblici locali”, scrivono Giuffrè, Albertini e Correale nella delibera di Consiglio firmata il 2 maggio scorso. L’imposta è corrisposta per ogni pernottamento nelle strutture ricettive, fino ad un massimo di sette pernottamenti consecutivi nell’anno solare purché effettuati nella medesima struttura ricettiva. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza