La prosa dello shopping di Natale è tornata a ungersi di speranza. Sensazioni positive segnano la rotta dei consumi in questo ultimo spicchio di 2024, ormai prossimo alla sepoltura. Un anno che in Calabria è un libro che si chiude in mezzo all’ottimismo degli operatori commerciali. Gli imprenditori sembrano aver ricavato nuovi slanci verso l’auspicata ripresa dopo gli anni di sofferenza tra pandemia e crisi energetica, pietre d’inciampo che avevano mietuto con le risorse anche le ultime certezze aziendali. Il cambio di paradigma risiede in quel profilo rassicurante apparso nelle prime settimane di dicembre, con tanta gente in coda per gli acquisti, strade piene, caffé e aperitivi nei bar, e concerto di clacson lungo le principali direttrici dello shopping.
Le impronte di un ritrovato benessere (pur con i limiti di una capacità di spesa familiare confinata ai margini delle graduatorie nazionali), restano impresse anche sulla via delle festività di fine anno. E sono tornate anche le vacanze in montagna. Il turismo sulla neve ha già scavalcato gli abituali recinti di vitalità del periodo proiettandosi verso dimensioni ottimistiche. I primi segnali sono incoraggianti, la ritrovata fiducia è ossigeno per le attività economiche del Cosentino e le copiose nevicate hanno reso ancora più evidente la presenza di turisti nelle località più rinomate.
Bilancio
Il leader regionale di Confcommercio, Klaus Algieri, guarda con soddisfazione alle prime stime del Natale commerciale. La spinta per l’economia regionale è stata imponente: «I dati sui consumi natalizi, elaborati dal nostro centro studi, hanno confermato l’importanza di questo periodo per l’economia calabrese. La spesa complessiva per i regali è stata tra i 269 e i 290 milioni di euro, distribuiti tra le cinque province, con una spesa media pro capite compresa tra 192 e 223 euro. Questo dimostra che, nonostante le difficoltà economiche, i calabresi mantengono viva la tradizione di fare regali e di festeggiare il Natale in famiglia. Inoltre, il ruolo delle tredicesime è fondamentale: si tratta di oltre 1,4 miliardi di euro che entrano nell’economia regionale, incentivando i consumi e sostenendo il commercio locale».
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