C’è un senso di solitudine che genera sconforto tra la gente di questa provincia che si ritrova schiacciata sotto il peso delle disuguaglianze territoriali. L’Istat ha definito i perimetri dei conti economici territoriali dai quali affiora una spirale negativa che sta risucchiando le ultime speranze di ripresa in questo Sud del Sud dell’Italia, sempre più povero e disperato. I numeri si riferiscono al 2023 e descrivono un Pil per la Calabria di +1,3% a indicare un insolito virtuosismo. Un benessere che ha attraversato tutto il Mezzogiorno diventato motore di sviluppo del Paese con una crescita media pari all’1,5%, grazie alla spinta dei finanziamenti pubblici e da un export assai dinamico. Risultati che hanno rovesciato la narrazione di un Sud perennemente in affanno. Al cambio di paradigma che sta accompagnando il Prodotto interno non corrisponde, però, un miglioramento dei conti familiari. Una mancata crescita ispirata da un reddito disponibile che è aumentato in misura inferiore all’aumento dell’inflazione.
Nelle scorse settimane, la Svimez aveva pubblicato i dati dei consumi delle famiglie nel 2023 stimando in un +1,1% la crescita registrata nel Mezzogiorno, e cioè due punti percentuali in meno rispetto al resto alla performance del Paese, con una crescita apparentemente più esigua in Calabria che ha fatto segnare un +0,6%. Elementi che si ritrovano nella mappa dell’Istat sui redditi disponibili delle famiglie. Nel 2023, la Calabria ha chiuso l’anno all’ultimo posto con un reddito per abitate di 16.173 euro. Il reddito disponibile, dunque, è nettamente inferiore rispetto al valore aggiunto. In fondo alla graduatoria nazionale, solo altre due regioni, Campania (16.455 euro) e Sardegna (16.907 euro) non riescono a superare l’asticella dei 17mila euro. In termini di Pil per abitante, la regione ha un dato di 21.000 euro, che, anche in questo caso, è il dato più povero d’Italia. A Cosenza, il Pil per abitante (ma è riferito al 2022 quando la Calabria aveva in media un Pil di 19.600 euro per ogni residente) è di 18.100 euro, che è il dato più basso tra le cinque “sorelle”. Dunque, ultima tra gli ultimi. La provincia più ricca è Catanzaro con un PIl pro-capite di 22.300 euro.
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