Con l’estate quasi alle porte, il litorale tirrenico cosentino si prepara ad accogliere migliaia di turisti. Da domani potranno aprire gli stabilimenti balneari. Ma mentre i gestori dei lidi e le strutture ricettive si attrezzano per la stagione, tre questioni irrisolte minacciano ancora una volta la qualità dell’ambiente e dell’accoglienza: l’inquinamento del mare, l’abbandono indiscriminato di rifiuti sul territorio e la persistente carenza d’acqua. Sulla crisi idrica, Paola è corsa ai ripari, ma tanti altri comuni arrancano. Tra le emergenze più delicate dello scorso anno quella della penuria idrica rappresenta una delle sfide più gravi per paesi costieri. Negli ultimi anni la situazione si è fatta sempre più difficile a causa non solo delle scarse precipitazioni ma anche di infrastrutture obsolete, perdite non monitorate e una gestione spesso poco efficiente delle risorse idriche. Non tutti i comuni della costa hanno avuto la stessa prontezza e le stesse risorse. I ritardi accumulati rischiano ora di presentare il conto proprio nei mesi più caldi, quando la domanda di acqua esplode e l’offerta si riduce. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale