
Sinergia, coesione e cooperazione per contrastare la cattiva gestione dei fondi e ogni tentativo di frode. È questo il leitmotiv emerso il 16 e 17 maggio scorsi, alla Camera di commercio di Cosenza, in occasione delle giornate di studio dedicate alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea. L’ente camerale cosentino ha ospitato alcune tra le più alte istituzioni dello Stato per trattare un argomento cruciale per il futuro della comunità europea, abbattendo le barriere del burocratese che spesso accompagnano queste tematiche e ribadendo il valore della democrazia partecipata, come sottolineato dalle parole del presidente Klaus Algieri.
E proprio sul tema della Democrazia partecipata la Camera si fa ponte tra i cittadini e le istituzioni. Grande la soddisfazione del presidente Algieri per aver ospitato due intense giornate di studio in un ente che «è corpo intermedio, cerniera tra economia reale, cittadini, imprese e istituzioni». Un luogo vivo, di confronto e approfondimento, dove si affrontano temi strategici e si analizzano dati concreti, legati anche alle fragilità strutturali e sociali del territorio. «È un grande onore – ha aggiunto – accogliere relatori di così alto profilo. Qui si fa davvero democrazia partecipata: l’Europa si costruisce dal basso, con la voce dei cittadini, la forza del confronto pubblico e la consapevolezza condivisa».
Una sinergia tra enti: la Camera di Commercio "ponte" tra cittadini e Istituzioni
Le due giornate di studio, incentrate sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea, sono state organizzate dalla Camera di commercio di Cosenza, con il patrocinio della Corte dei conti, del ministero per la Pubblica amministrazione, di Unioncamere, del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili, del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza, di Anci Calabria e Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode. Un’occasione di riflessione profonda sulle questioni più stringenti in ambito europeo, resa evidente dalla presenza della Corte dei conti, della Corte costituzionale, di giuristi, del mondo accademico e delle istituzioni, che ha testimoniato non solo la rilevanza nazionale dell’evento, ma anche il suo alto profilo scientifico. In questo contesto, la Camera di commercio di Cosenza si è distinta nel suo ruolo di corpo intermedio, capace di fungere da ponte tra il mondo economico – rappresentato da imprenditori e cittadini – e le istituzioni, confermando la funzione essenziale che tali soggetti svolgono nell’economia politica del territorio, in quanto strumenti fondamentali per garantire ai cittadini una partecipazione piena e consapevole al dibattito pubblico.
Al centro dell’attenzione, nel corso delle due giornate, sono state numerose questioni: dall’utilizzo corretto e trasparente dei fondi europei per lo sviluppo locale al ruolo cruciale della Corte dei conti nel controllo e nel contrasto a frodi e sprechi, fino alla tutela dei diritti dei cittadini europei. In mezzo, gli interventi dei numerosi relatori che hanno acceso i riflettori sul futuro e sulle sfide che l’Europa dovrà affrontare nel prossimo futuro: invecchiamento demografico, sostenibilità climatica ed energetica, cambiamenti tecnologici e impatto degli scenari geopolitici sul commercio internazionale.
Carlino (Corte dei Conti): un solido sistema di cooperazione contro le frodi
Protagonista della giornata del 16 maggio è stata la Corte dei conti, rappresentata dal presidente Guido Carlino, che ha presieduto la sessione d’apertura con un intervento ricco di spunti. Le sue parole hanno rimarcato l’importanza di un sistema di controlli efficace e sinergico, capace di prevenire frodi, corruzione e mala gestione, sottolineando il ruolo determinante della Corte nel verificare l’impiego corretto dei fondi europei e nazionali.
«Ogni volta che vi sono ingenti disponibilità di denaro pubblico, cresce l’interesse della criminalità organizzata – ha dichiarato il presidente Carlino – e al Sud le frodi ai danni dell’Ue risultano più frequenti rispetto ad altre aree del Paese. Proprio in tema di prevenzione e recupero delle somme indebitamente percepite, la Corte dei conti svolge un ruolo centrale, tutelando gli interessi finanziari dell’Unione, tanto sul piano del controllo quanto su quello giurisdizionale. Questo anche grazie a un sistema di cooperazione ormai solido, con le istituzioni europee, in primis la Corte dei conti Europea, l’Olaf e la Procura europea». La cooperazione tra organismi di controllo è dunque una prerogativa imprescindibile nella lotta alle frodi: «Operare in sinergia garantisce una risposta incisiva ai fenomeni di cattiva gestione, inefficienza, frode o corruzione. Ciò significa assicurare una gestione finanziaria orientata al buon andamento, alla legalità e alla tutela dell’interesse collettivo», ha aggiunto Carlino.
L'ampia condivisione delle istituzioni e i contributi accademici
Presenti tra il pubblico il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, i quali, nei saluti istituzionali, hanno ribadito l’importanza di una gestione corretta e trasparente dei fondi, fondamentale non solo per garantire legalità, ma anche per sostenere lo sviluppo del territorio in tutte le sue componenti. Concetti ribaditi anche dalla prefetta di Cosenza, Rosa Maria Padovano, e dal vicepresidente dell’Ordine nazionale dei commercialisti, Antonio Repaci, che hanno concluso la serie di interventi inaugurali, aperta dal presidente Algieri e da un videomessaggio della sottosegretaria di Stato al ministero dell’Interno, Wanda Ferro.
Dopo l’intervento del presidente Carlino, si sono susseguiti tre relatori di alto profilo che hanno offerto un quadro più tecnico e accademico sulla questione, con un breve excursus storico sul passato e sul futuro che interesserà la comunità europea. Daniele Franco, già ministro dell’Economia e delle finanze, ragioniere dello Stato e direttore di Banca d’Italia, ha sottolineato come i traguardi storici e straordinari raggiunti siano oggi messi a dura prova dalle sfide cruciali che l’Europa si trova ad affrontare, quali l’invecchiamento della popolazione, le tensioni geopolitiche e i ritardi tecnologici. Ancora una volta, la medicina risiede nella coesione, nella visione condivisa e nell’integrazione.
A chiudere il ciclo di relazioni, i professori Giacomo D’Amico (Diritto costituzionale) e Fabrizio Luciani (Diritto amministrativo), che hanno offerto approfondimenti su principi costituzionali e normativa amministrativa, arricchendo ulteriormente il livello del dibattito.
La giornata si è conclusa con il coinvolgimento attivo del mondo della ricerca, grazie agli interventi dei dottorandi selezionati attraverso la call for papers promossa per l’evento. Tra questi, i contributi di Andrea Castaldo e Marco Siligato hanno arricchito il programma con una panoramica rispettivamente sulla Procura europea e sulla riforma della Pac, la Politica agricola comune.
Buscema (Corte Costituzionale): il sistema di prevenzione e repressione deve evoversi
La seconda giornata di studio ha rappresentato un momento cruciale di riflessione sul sistema di salvaguardia delle risorse finanziarie europee. Focus sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, in particolare sulle sfide poste dalla criminalità organizzata e sulle strategie di prevenzione e repressione messe in campo dalle Istituzioni. Dopo il saluto istituzionale del presidente Klaus Algieri, esponenti di magistratura e professione forense hanno sottolineato la necessità di superare le criticità strutturali che frenano la corretta gestione dei fondi comunitari. Romeo Ermenegildo Palma, procuratore regionale della Corte dei conti Calabria, ha richiamato l’attenzione sulle carenze amministrative e progettuali che rallentano la spesa pubblica e ostacolano lo sviluppo, auspicando una più stretta collaborazione col mondo accademico come strumento imprescindibile per migliorare la tutela del denaro pubblico. Claudio Consales, consigliere nazionale del Consiglio forense, ha evidenziato la complessità normativa che grava sugli operatori, invitando a un serio impegno politico per semplificare le regole e facilitare così la piena osservanza dei principi di legalità e trasparenza.
Il discorso di Angelo Buscema, giudice della Corte costituzionale, chiamato a presiedere la seconda sessione, ha superato la mera dimensione tecnica per abbracciare un profondo messaggio politico e sociale: la tutela degli interessi finanziari dell’Ue deve restituire fiducia ai cittadini, rafforzandone il senso di appartenenza a una comunità che garantisce rigore e trasparenza nella gestione dei fondi pubblici. Ha poi sottolineato come il sistema di prevenzione e repressione debba costantemente evolversi, poiché la criminalità organizzata affina di continuo le proprie strategie, approfittando delle disomogeneità tra ordinamenti nazionali. In tale contesto, la Procura europea è strumento imprescindibile per un’azione coordinata e incisiva, capace di tutelare le risorse comuni e di dare una risposta tempestiva e adeguata alle minacce. «È fondamentale che i cittadini possano sentirsi protetti – ha affermato Buscema –. La loro fiducia nel sistema si costruisce anche attraverso la consapevolezza che esistono meccanismi di controllo efficaci, in grado di garantire la corretta amministrazione delle risorse destinate ai servizi essenziali. Non solo strumenti giuridici, ma un impegno di tutti gli attori sociali e istituzionali, per costruire un’Europa vicina alle persone, tangibile e partecipata». Infine, richiamata l’urgenza di recuperare un senso di appartenenza e fiducia, poiché «l’Europa è dei cittadini, e solo con la loro piena partecipazione potrà affrontare le sfide del futuro».
Adriano Scudieri, procuratore europeo delegato Eppo, ha illustrato la direttiva Pif e il ruolo strategico della Procura europea nella lotta alle frodi comunitarie. Bruno Bartoloni, generale della Gdf, ha presentato la nuova Strategia nazionale antifrode, mentre Quirino Lorelli, procuratore regionale Corte dei conti Valle d’Aosta, ha approfondito i profili giuridici del danno erariale, con particolare riferimento all’elemento soggettivo. Carlo Chiappinelli, presidente di sezione della Corte dei conti e coordinatore delle Sezioni riunite in sede di controllo, ha illustrato il ruolo cruciale delle verifiche nella salvaguardia delle risorse europee. Infine, i contributi accademici dei dottorandi Alfea Trimarchi e Roberto Zaffini, che hanno offerto nuove prospettive e riflessioni.
La missione quotidiana: legalità, fiducia e trasparenza
Legalità, fiducia e trasparenza: si fonda su questi tre aspetti la missione quotidiana a cui tende la Camera di Commercio di Cosenza. L’ente camerale si conferma pertanto un presidio istituzionale di legalità e trasparenza, una cerniera operativa tra imprese, cittadini e amministrazioni pubbliche. Un impegno che non si esaurisce in dichiarazioni di principio, ma si traduce ogni giorno in azioni concrete, come sottolineato dalla segretaria generale Erminia Giorno, che ha moderato i lavori delle due giornate di studio.
«Il principio della fiducia è fondamentale – ha affermato la relatrice –, perché incentiva l’autonomia decisionale delle Pubbliche amministrazioni e dei loro funzionari, permettendo una gestione più efficace e responsabile». In questa prospettiva, la Camera di commercio assume un ruolo chiave, facendo del principio di legalità il pilastro della propria azione, a partire dal Registro imprese: strumento di trasparenza, affidabilità e ordine economico.
La corretta gestione delle risorse pubbliche, ribadita con forza anche durante i panel dedicati ai temi delle frodi e della tutela finanziaria europea, è un valore fondante per l’Ente camerale cosentino, che da sempre si adopera per garantire processi trasparenti, partecipati e tracciabili. Solo così – è stato rimarcato più volte durante i lavori – si costruisce fiducia. Solo in questo modo l’Unione europea prende forma a partire dal basso.
L'Unione Europea: 70 anni fra traguardi e sfide
Emersi dati rilevanti su come l’Unione europea abbia costruito, nel corso di oltre sette decenni, un’architettura complessa che va dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1951) fino al più recente Next Generation Eu (2020). Tra i traguardi fondamentali, spiccano il mercato unico – che consente la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali in 27 Paesi – e l’euro, adottato da 20 Stati, che ha ridotto i costi legati ai cambi valutari e integrato i mercati finanziari europei. Il mercato unico europeo offre alle imprese l’accesso a un bacino di oltre 450 milioni di consumatori, aumentando la competitività e favorendo la mobilità dei lavoratori. La moneta unica, oltre a facilitare gli scambi, rappresenta uno strumento di stabilità economica e un vettore di influenza globale.
Nonostante la crescita del Pil pro capite europea sia stata paragonabile a quella degli Stati Uniti e del Regno Unito, l’Ue non è riuscita a colmare completamente il divario con l’economia americana. La quota europea nella popolazione mondiale è modesta (5,7%) e il suo peso nel Pil globale si attesta al 14,8%, evidenziando una progressiva riduzione dell’incidenza economica rispetto ad altre aree del mondo.
Tra le principali sfide future evidenziate da Daniele Franco, già ministro dell’Economia e delle finanze, il cambiamento demografico rappresenta un fattore critico. L’invecchiamento della popolazione europea riduce la forza lavoro disponibile e limita le potenzialità di crescita della produttività. Parallelamente, la questione climatica impone un impegno straordinario: nonostante una riduzione delle emissioni di gas serra, gli obiettivi di neutralità climatica restano lontani. La difficile conciliazione tra sostenibilità, autonomia energetica e crescita economica richiede soluzioni tecnologiche ancora in fase di definizione, con elevati costi di transizione e la necessità di un equilibrio tra intervento pubblico e investimenti privati.
L’Europa si trova inoltre a dover fronteggiare una crescente competizione tecnologica da parte di Stati Uniti e Cina, che investono massicciamente in ricerca e sviluppo. Le esportazioni, fino a oggi punto di forza europeo, rischiano di risentire delle tensioni geopolitiche e di tendenze di deglobalizzazione, minacciando la stabilità e la crescita economica continentale. Dal punto di vista istituzionale, il contesto è complesso e a volte frammentato. La necessità di rafforzare il bilancio comunitario emerge come imprescindibile per sostenere le strategie industriali, climatiche e di difesa, in un mondo che si fa sempre più competitivo. L’allargamento Ue, con potenziali oltre 30 Paesi, pone ulteriori sfide alla governance, chiamata a bilanciare la sovranità nazionale con l’efficienza e rapidità decisionale. Come sottolinea Franco, solo con un’integrazione sempre più profonda, fondata su democrazia, diritti e solidarietà, l’Europa potrà evitare il rischio di marginalizzazione e riaffermare il proprio ruolo globale.
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