Termina anzitempo, a Malvito, l’amministrazione del sindaco Pietro Amatuzzo. Ieri mattina, infatti, sei consiglieri comunali eletti nel 2014 hanno firmato singolarmente ma contestualmente le dimissioni dalla carica di consiglieri dinanzi al segretario comunale. Tra di loro l’ex sindaco Fulvio Callisto, oltre a Guglielmo Coppa, entrambi del gruppo “Malvito nel cuore”; Ugo Bruno eletto con la lista di Callisto e poi dichiaratosi autonomo; Fausto Amatuzzo, attivista del M5S dissociatosi dalla maggioranza a luglio 2015 e, ultimi due consiglieri in ordine di tempo, i socialisti Francesca D’Ambra e Walter Maccari, che da circa venti giorni avevano preso le distanze da “Malvito bene comune”, costituendo il gruppo “Malvito libera”. La comunicazione delle dimissioni di sei consiglieri su undici, ovvero la metà più uno (gli altri cinque sono stati messi in minoranza), è stata già comunicata in Prefettura. Si attende ora la nomina del commissario straordinario, che secondo le ultime voci dovrebbe essere il Viceprefetto aggiunto, dottor Roberto Micucci. A Malvito si sarebbe votato nella prossima primavera quale scadenza naturale ed è possibile che questa finestra rimanga identica per il rinnovo amministrativo. Per quello che si ricorda a memoria d’uomo, è la prima volta che a Malvito un sindaco viene “spodestato” prima della scadenza naturale del mandato. Non è servita, dunque, neanche la richiesta di verifica dei numeri chiesta non più tardi dello scorso 30 novembre dai consiglieri Callisto e Coppa, che avevano chiesto una convocazione urgente del Consiglio comunale entro i canonici venti giorni. La decadenza del consiglio, che era un po’ nell’aria, è avvenuta soprattutto per divergenze interne che erano già affiorate nel 2015 e che poi si sono ripercosse di recente. Amatuzzo, giusto per fare un passo indietro, era stato eletto a maggio 2014 ottenendo il successo per 165 voti di vantaggio sull’ex sindaco Callisto. In maggioranza furono chiamati a sedere negli scranni consiliari altri sette consiglieri di maggioranza, tre dei quali però non hanno ritenuto – firmando ieri congiuntamente agli altri tre eletti in minoranza – che questa consiliatura proseguisse. Proprio il rapporto con i suoi componenti di maggioranza si era cominciato ad incrinare dopo poco più d’un anno, quando il consigliere Fausto Amatuzzo prese le distanze e portò ad una situazione di 7 consiglieri (sindaco compreso) contro 4 che s’è trascinata avanti pur tra qualche mugugno e mal di pancia. A novembre scorso, la “spada di Damocle” è stata rappresentata dalle distanze prese da Francesca D’Ambra (unica donna in consiglio) e Walter Maccari che ha poi determinato la fine anticipata della legislatura.