«Purtroppo anche questa volta gli amministratori comunali del territorio non sono uniti ed in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale fioccano nomi proposti da pochi e al servizio di pochi». E’ la dura reprimenda del vicesindaco di Oriolo, Vincenzo Diego, la cui candidatura alla prossime Provinciali era stata avvallata da molti e, in seguito alla notizia, accolta da numerosi cittadini, anche tramite i social network, con tutti i favori del caso.
«Ringrazio i tanti che hanno proposto la mia candidatura – commenta Diego -. Significa che si riconosce un lavoro importante, portato avanti nel mio comune nell’interesse dei miei concittadini certamente, ma allo stesso tempo n ell’interesse di un territorio bellissimo e ricco di opportunità». Il vicesindaco del Comune di Oriolo con deleghe alla Cultura e ai Beni Culturali lamenta la mancanza di un progetto condiviso, fattore necessario per essere davvero poi portavoce dei problemi di tutte le municipalità, in questo caso, dell’Alto Jonio Cosentino. «Dalle politiche socio-sanitarie – continua Diego – con l’ospedale di Trebisacce ormai caduto nell’oblìo; alle politiche culturali, economiche. Ma anche agricoltura, trasporti: sono finiti i tempi delle candidature improvvisate e senza programmi di lavoro. Sarei stato disposto a spendermi per questo territorio a livello provinciale, ma anche questa volta siamo caduti nella solita trappola di vedere ai blocchi di partenza più di un candidato per rischiare di non vederne eletto nessuno». Il sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, anche lui papabile candidato, nei giorni scorsi aveva fatto un passo indietro per appoggiare la candidatura di Diego, nella filosofia, purtroppo mai condivisa, di convergere su un candidato unitario.
«Lo stesso Partito Democratico – ricorda il vicesindaco di Oriolo – a pochi giorni dalla presentazione delle liste risulta non pervenuto, non organizzando alcun incontro alla luce del sole ed in forma ufficiale». Le elezioni provinciali che si svolgeranno il 24 febbraio (essendo di secondo livello per il ridimensionamento delle provincie, vedranno votare non i cittadini ma soltanto gli amministratori comunali) porteranno in Consiglio sedici rappresentanti. E l’Alto Jonio? Resterà a guardare anche questa volta? «Gli “sforzi” isolati, di campanile, continuano a frenare lo sviluppo – osserva Vincenzo Diego -, mortificando la nostra storia, le nostre radici». L’ospedale di Trebisacce, chiuso ormai dal 2010, è l’emblema del fallimento della politica unitaria e di concertazione di cui il territorio dell’Alto Jonio avrebbe tremendamente bisogno. «Non riusciamo a curarci pur avendo illustri personalità nel campo medico e scientifico, pur riconoscendo l’impegno quotidiano di tanti uomini e donne che in condizioni e situazioni precarie cercano di garantire il diritto alla salute. Per quanto mi riguarda – conclude Diego – continuerò a lavorare per Oriolo con un corredo di scadenze da espletare in questi ultimi mesi di mandato. L’impegno mi vedrà e ci vedrà impegnati su diversi fronti. Un impegno continuo che non permette distrazioni».
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