La deputata pentastellata Elisabetta Barbuto ieri mattina si è recata in visita all’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati ove da qualche tempo si è insediato un presidio permanente per richiamare l’attenzione sull'assurda vicenda di una struttura che avrebbe tutte le carte in regola per giocare un ruolo fondamentale nell'assistenza sanitaria pubblica della nostra regione e che, invece, essendo stata progressivamente spogliata dei servizi fondamentali è, di fatto, pressoché inoperativa.
La struttura
«Cittadini attivi, attenti, protagonisti e pronti a lottare per il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. Sono rimasta veramente colpita - ha dichiarato la deputata Barbuto -. Intanto dalla determinazione di questi cittadini che hanno deciso di far sentire la loro voce con fermezza e, con estrema dignità e pacatezza, rivendicano il loro diritto di poter usufruire di un servizio sanitario e di un presidio ospedaliero efficienti sul territorio ed a questa loro istanza non posso che associarmi richiamando un diritto fondamentale, quale quello alla salute, che non può essere sacrificato sull'altare di una razionalizzazione del servizio che non tenga minimamente conto delle difficoltà per gli abitanti di Cariati e dell’entroterra, ma anche dei paesi limitrofi, di ricorrere tempestivamente e con celerità all'assistenza dei sanitari. Il che, dovendosi spostare sulla SS 106, in direzione di Crotone o di Rossano-Corigliano, non è precisamente una garanzia considerando le condizioni attuali della strada. In secondo luogo dalla struttura che, anche se parzialmente in disuso, conserva tutte le caratteristiche e le predisposizioni per prestare una assistenza di qualità, sia a livello di prevenzione sia a livello di cure, non esclusa la degenza».
Laboratorio e reparto operatorio
«Un laboratorio analisi declassato a punto prelievi - ha proseguito la deputata Barbuto - con trasferimento dei campioni all’ospedale di Rossano – Corigliano e al quale, invece, ben potrebbe e dovrebbe essere restituita la dignità di un servizio totalmente operativo in loco. Un servizio di radiologia operativo presso il quale, tuttavia, è impossibile eseguire prestazioni ambulatoriali e che opera ormai ad esclusivo supporto del posto di primo intervento presso il quale continuano, comunque, a registrarsi numeri elevati di accessi a testimoniare l’importanza territorialmente strategica dell’Ospedale. Un reparto operatorio abbandonato, ma in grado di essere ripristinato in brevissimo tempo e con poco lavoro. Sale operatorie dotate di una aerazione a pressione negativa che abbiamo imparato, in questi ultimi tempi, essere fondamentale negli ambienti in cui si trattano malati Covid 19. Il tutto in una struttura praticamente deserta, o quasi, ma perfettamente riscaldata, grazie ad un impianto di recente realizzazione, in ogni ambiente. Una struttura dotata, addirittura, di un impianto fotovoltaico. Ce n’è quanto basta per chiedersi, ad esempio, se non sarebbe stato il caso di pensare all’ospedale di Cariati come centro di cura per i malati Covid anche attesa la conformazione dello stesso che avrebbe consentito comunque di praticare accessi e percorsi separati fra i pazienti e l’utenza di routine».
Le parole di Gratteri
«E mi sovvengono le parole del procuratore Gratteri che, non più di qualche giorno fa, ha avuto modo di esprimersi - ha concluso Barbuto - in una trasmissione televisiva in merito all'opportunità, anzi alla necessità, della riapertura delle strutture sanitarie inutilizzate o sottoutilizzate, che, invece, avrebbero ben potuto costituire una valida soluzione nella gestione della pandemia. Forse non tutte le strutture potrebbero, in breve tempo, essere rese operativamente efficienti a tale scopo. L’Ospedale di Cariati, però, si. E non solo per la gestione del trattamento Covid. L’auspicio per il futuro è un ritorno ad una assistenza sanitaria permanente e di qualità quale quella che, d'altronde, ha sempre caratterizzato il nosocomio cariatese».
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