L’amministrazione comunale di Acquappesa replica alla minoranza. Per la maggioranza quelle dei consiglieri Sandra Ricco e Mauro Avolio sono “solo polemiche e strumentalizzazioni”. Il Comune guidato da Francesco Tripicchio difende il suo operato: “insieme a Guardia Piemontese, stiamo lottando per la trasparenza e per porre fine al monopolio sulla gestione delle Terme, dando spazio alla libera concorrenza ed al bando per la nuova concessione. Il resto sono le solite litanie, di chi, per troppo tempo, ha accentrato tutto a sé, bloccando i processi di crescita e di sviluppo del nostro territorio”. Si fa quindi presente che “l’inventario a cui fanno riferimento - datato 20 settembre 2016 - è relativo ai beni mobili e non ai beni immobili. Beni immobili, che, lo ricordiamo, erano già stati richiesti nel mese di gennaio 2019, dopo il termine della proroga contrattuale, scaduta il 31 dicembre 2018. Inoltre, v’è da sottolineare che molti di questi beni da restituire sono inutilizzati, nonostante la stessa Sateca ne detiene il possesso da oltre 80 anni. Dunque, pensiamo che, gli stessi, non siano evidentemente necessari alla prosecuzione delle attività e, perciò, non si comprende per quale motivo non dovrebbero essere restituiti e dovrebbero, invece, rimanere nello stato di totale abbandono in cui, molti di essi, si trovano”. Le normative che regolano i bandi e le procedure di gara, impongono che, per completare l’iter procedurale, i beni immobili debbano necessariamente essere nella disponibilità delle amministrazioni che lo emanano. L’amministrazione puntualizza come: “la maggior parte delle attività termali vengono svolte, dall’attuale gestore, all’esterno del compendio termale e non nelle strutture per cui è stata chiesta la restituzione”. La proposta avanzata dei consiglieri Ricco e Avolio, viene bollata come irricevibile “andrebbe a violare le normative vigenti”.