«Non sono state prese in alcuna considerazione le esigenze e richieste di cancellazione del debito sanitario della Calabria e lo stop del commissariamento esposte nelle manifestazioni unitarie e negli incontri istituzionali nella Capitale dei mesi scorsi. Né è stata accolta la proposta alternativa di istituire all’interno della struttura commissariale della sanità un organo formato dai sindaci, con poteri di controllo e di proposta, così come richiesto responsabilmente dai sindaci insieme ad Anci Calabria e come sostenuto anche nell’emendamento al Decreto Calabria presentato del senatore Ernesto Magorno che è anche sindaco di Diamante. In sintesi: nessuna di tutte le diverse istanze avanzate da tutti i Primi Cittadini calabresi per la garanzia del fondamentale diritto alla salute è stata ritenuta degna di attenzione da parte del Governo Nazionale». È quanto denuncia il sindaco di Cariati, Filomena Greco definendo l’epilogo di questa vicenda la vera goccia che ormai fa traboccare un vaso colmo di promesse non mantenute e l’esaurimento definitivo dell’ultima possibilità di dialogo con i comuni calabresi che era ancora rimasto aperto sul tavolo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Il significato – chiarisce il sindaco – è chiaro ed inequivocabile: 404 sindaci che rappresentano circa 2 milioni di cittadini non contano nulla per il Governo nazionale e per lo Stato. Dobbiamo prendere atto che la fascia tricolore non ha più alcun significato se non quello di poter scaricare addosso ai sindaci la rabbia, la frustrazione, l’isolamento, la delusione delle popolazioni che giorno dopo giorno si vedono annullati i loro diritti fondamentali, dalla salute alla mobilità, dalla sicurezza alla giustizia. Non aver tenuto in nessuna considerazione prima le richieste sull’azzeramento del debito e sulla fine del commissariamento e poi l’ipotesi di un coinvolgimento dei sindaci calabresi nella governance della struttura commissariale alla sanità dovrebbe preoccupare ormai seriamente e senza alcuna possibilità di ripensamento tutti i parlamentari calabresi; soprattutto – scandisce – quelli che hanno votato contro gli interessi della Calabria, sancendo uno scollamento insanabile tra chi dice di rappresentare la Calabria in Parlamento e nel Governo, i sindaci in prima linea sul territorio e le popolazioni di questa terra». «Per queste ragioni – prosegue – se vogliamo evitare che l’impegno, gli sforzi e le tante ed importanti iniziative messe in campo fino ad oggi e per la prima volta in modo unitario dai comuni calabresi si trasformino in una pagliacciata dobbiamo continuare senza se e senza ma sulla strada intrapresa, andando nuovamente a Roma: non più per un paio d’ore, ma questa volta fermandoci ad oltranza davanti la sede del Governo. Dobbiamo fare in modo di diventare visibili e rappresentare tutti i calabresi rispetto a coloro i quali vogliono una Calabria invisibile, muta e ferma e rispetto a coloro i quali vogliono solo continuare a criminalizzare questa terra, senza garantire alla nostra gente ed a questa parte della stessa Italia – conclude la Greco, ringraziando insieme a Magorno anche la senatrice Fulvia Caligiuri per i contenuti espressi a sostegno del voto contrario al Decreto Calabria – gli stessi diritti e le stesse condizioni di partenza per concorrere alla pari con il resto del Paese, preservando drammaticamente intatta dal 1861 ad oggi la disunione nazionale».