Movimento NOI: "In 60 al Pronto Soccorso di Cosenza. Mancano cerotti per medicazioni e acqua ossigenata"
"In una sola notte si è passati da 40 a 60 pazienti ricoverati nel Pronto Soccorso di Cosenza nel quale da anni, ormai, operano medici, infermieri ed OSS in situazioni penose, privi di sicurezza, pulizia e, nel caso del Covid19 che torna imperante con le sue varianti, anche senza ambienti del PS costantemente sanificati. Anzi, pare che una sanificazione del Pronto Soccorso non sia mai stata vista fare e il Movimento NOI, sul caso, ha interrogato pubblicamente il Commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza Isabella Mastrobuono, alla quale ha chiesto notizie certe in merito. Nelle prossime ore sarà recapitato protocollo di accesso civico agli atti per avere notizie certe sul punto. Il Pronto Soccorso è il luogo più importante dell'Ospedale nel quale i pazienti vengono stabilizzati per essere poi inviati presso i reparti. Ciò significa che bisogna entrare nella mentalità di avere un Pronto Soccorso di altissimo livello sempre e comunque". E' la denuncia del Movimento civico NOI che "sin dall'inizio della Pandemia, per tutto quanto il tempo, ha inteso seguire le attività del Pronto Soccorso di Cosenza, denunciando pubblicamente il malessere che sta vessando sia il Corpo Sanitario, ridotto al lumicino e in assenza di implementazione del personale necessario per giungere alla normalità, che i cittadini che devono ricorrere alle cure ospedaliere". Il Movimento civico NOI ha recentemente istituito il Dipartimento nazionale della Salute "nel quale confluiscono professionisti di settore intenzionati a contribuire in maniera determinante al miglioramento delle condizioni del sistema sanitario locale e nazionale. La situazione non vede risalite e non può continuare stabilendo a danno dei cittadini di Cosenza e Calabresi in generale, un danno così evidente anche in termini di lesione dei diritti umani, da avere sollecitato - come ricorda il Portavoce nazionale del Movimento NOI Fabio Gallo - la Corte Costituzionale a dichiarare con la recente sentenza n° 174 pubblicata dal Palazzo della Consulta il 26 Luglio 2021 che, in sintesi, la classe politica sta sbagliando poiché lo Stato aveva e ha il dovere di intervenire al fine di colmare il vuoto strategico di una Pubblica Amministrazione inefficace a sostenere il lavoro dei Commissari ai quali non sono stati forniti gli strumenti per operare e che da oltre dieci anni il Governo invia in Calabria". "La Consulta, di fatto, riconosce la violazione dei diritti dei calabresi e la cosa ancora più grave che nessuno dei Ministeri che la stessa Corte Costituzionale ha citato in maniera manchevole nei confronti dei calabresi, è intervenuto a porre rimedio. Né lo ha fatto alcun politico locale, tantomeno i candidati alla presidenza della Regione Calabria immersi in campagne elettorali prive di contatto con la realtà e dei veri problemi dei Calabresi. In verità - conclude Fabio Gallo - si tratta di una gatto che si morde la coda e nulla cambierà se non saranno medici, infermieri, OSS e cittadini, insieme, a stabilire che il cambiamento non viene rovistando in soffitta ma andando verso le cose nuove, nuovi rappresentanti istituzionali e un modo nuovo di fare politica".