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Cosenza: i numeri e il potere

Lotta all’ultimo voto. Nelle aree residenziali come nei quartieri popolari. L’obiettivo? Per i singoli partiti diventare la prima forza politica del territorio, ottenere l’alloro della vittoria sugli avversari e sugli alleati per contare nei rapporti di forza e di governo di domani. Centrodestra e centrosinistra sono chiamati a riscrivere le “gerarchie” di coalizione e l’unico metodo esistente per sancirle è il risultato che verrà fuori dalle urne. «Tiene il timone e comanda il vascello chi ottiene più voti» ripeteva sornione l’immarcescibile leader democristiano Fiorentino Sullo, maestro di Ciriaco De Mita.

La forza delle “correnti” ai congressi, il peso dei “capi” quand’era tempo di distribuire gli incarichi di governo spettanti alla “balena bianca”, erano determinati dal peso delle tessere di cui si disponeva in sede congressuale e dalle preferenze ottenute dai candidati della “componente” al momento delle elezioni. «La politica è un gioco fatto di regole semplici ma insuperabili» sosteneva a sinistra Bettino Craxi «governate dai numeri».  E Giorgio Almirante, a destra, parlava di una «equazione diabolica» sempre applicata «per dividersi il potere pieno e il sottogoverno strisciante».

Domenica e lunedì potrebbero cambiare tante cose. I ruoli nelle giunte future e nei consigli comunali e regionali dipenderanno dalle posizioni ottenute in “classifica” dal proprio partito di appartenenza. Ecco il perchè di tanto affanno. «M’affanno così tanto nel gridare le mie ragioni» scriveva l’ineffabile Ennio Flaiano «da urlare senza voce e non sentirmi».

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