L'inutile prova. Mao Zedong, durante la guerra che lo portò al potere in Cina, professava un principio: «Marciare divisi per colpire uniti». Un principio che risultò nei fatti vincente portando il Partito comunista a guidare la grande nazione asiatica fino ai giorni nostri. Il centrosinistra cosentino, al contrario, ha scelto la strada della disunione non come strategia ma come inevitabile effetto di una implosione. Il socialista Franz Caruso ha proposto la propria candidatura a palazzo dei Bruzi e una parte dell’area politica di riferimento gli ha voltato le spalle. Così è nata la candidatura di Bianca Rende sostenuta dal Movimento Cinquestelle e da Tesoro Calabria. Superato il primo turno, sia i sostenitori di Conte che della Rende, appaiono adesso determinati a confluire “politicamente” su Caruso: sarebbe stato d’altronde strano il contrario. Il punto, però, è un altro: il centrosinistra non riesce in questa delicata fase storica della Calabria - Regionali docet - a mostrarsi unito. È come se non trovasse la chiave per risolvere i conflitti interni, sopire i personalismi, bandire le rivalse. Adesso le parti in causa - almeno alle Amministrative - propongono una tregua. Una «pace armata» la definirebbero i romani. Funzionerà?
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