Tutto ed il contrario di tutto. Il Pd a Rende è capace di fare e disfare in pochi attimi. Con in gioco la credibilità dei protagonisti, del partito e della tenuta di maggioranza. Ieri sera, allo scadere della presentazione delle liste per i rispettivi direttivi, la vera notizia è ancora una volta l'oggettiva spaccatura nella maggioranza governativa e un clima confusionario che disorienta elettori e cittadini. Andiamo per ordine. Superbo o Ciciarelli? Per tutto il giorno si sono rincorsi i nomi dei due candidati alla segreteria cittadina. Da una parte Salvatore Ciciarelli e la sponda riconducibile al sindaco Manna con gli assessori Artese, Ziccarelli e Franchino De Rango. Dall'altra Luigi Superbo nella veste di unico consigliere comunale, peraltro eletto con Manna. In mezzo l’altro assessore, Fabrizio Totera. «Si ritira Ciciarelli e rimane in pista Superbo», le prime indiscrezioni sulla trattativa avvenuta. «Accordo tra i due con Superbo unico candidato e direttivo formato interamente dalle scelte dei Manniani», il secondo step, a distanza di ore. Riunioni e telefonate, proposte e tentativi di sfiducia. Il più impegnato, per la cronaca, pare sia stato proprio Franchino De Rango nel ruolo di mediatore tra le parti. «E se ritiriamo entrambi, pensando ad un rinvio del congresso?», la terza improbabile proposta. Nulla da fare e tutto da rifare, si direbbe. Con Franchino pronto ad alzare il tiro, supportato ovviamente da Manna (sebbene il sindaco non sia stato mai fisicamente presente alle diverse riunioni perché fuori sede), indicando l’ipotetica verifica di giunta – e di coalizione – laddove non si fosse trovata l’intesa. Fino alla scelta, ultima, di nessun ritiro. A tre minuti dal gong finale i tre candidati si sono trovati al primo piano della Federazione provinciale del Pd, in un clima quasi surreale. C'era chi brindava con birra e chi invece cercava, fino alla fine, accordi e decisioni ultime.
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