Più che stimolare il dibattito, le imminenti elezioni chiamate a scegliere il nuovo presidente della Provincia (si vota il 20 marzo), alimentano polemiche. Ma capita quasi sempre alla vigilia di qualche competizione dove protagoniste sono le urne.
In pratica la discesa in campo del sindaco di Corigliano Rossano non ha convinto pienamente l’arco politico del centrosinistra, la cui candidatura è stata considerata di rottura per la coalizione, seppure Flavio Stasi abbia stabilito di gareggiare nelle vesti di leader autonomo. Specialmente il Pd, però, si rammarica della strada imboccata da Stasi, in quanto larga parte del partito ha puntato dritto sul presidente facente funzione dell’Ente, nonché primo cittadino di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti, contrapposto alla collega di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, sostenuta dall’intero apparato del centrodestra.
Le recenti critiche piovute su Stasi provengono dalla sua Corigliano Rossano. In una nota diramata nei giorni scorsi da Pino Le Fosse, infatti, componente della segreteria regionale del Pd, il tono non era proprio conciliante: «Con questa assurda ed incomprensibile candidatura alla Presidenza della Provincia – affermava Le Fosse – voluta in perfetta solitudine e in spregio ad un benché minimo spirito di condivisone e rafforzamento di un ruolo, si spinge per la vittoria del sindaco di San Giovanni in Fiore di centrodestra, contro Ferdinando Nociti, che da sempre ha provato invece a dare voce e forza all’intera sibaritide». Pronta la replica dello stesso Stasi, altrettanto piccata: «Dal momento che dal 28 febbraio, data in cui sono state presentate le candidature alla presidenza della Provincia, vengo tirato spesso in ballo. Da qui due considerazioni. La prima è di tipo aritmetico e locale: se al posto di 7 posti in giunta, ne avessi avuti 21, tre quarti dei comunicati ostili di questi giorni non avrebbero avuto autore.
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