Si può amministrare una città importante come Rende senza un sindaco “in campo”, un vicesindaco “bloccato” per nove mesi e con due dirigenti comunali, su quattro, temporaneamente sospesi? La risposta probabilmente, per molti cittadini, è no. Così almeno essi si esprimono sui social personali e nelle piazze reali della città. L’opinione prevalente, difatti, sembra quella di incitare ad un passo indietro gli attuali amministratori. Ma, ad oggi, nulla di tutto ciò. Anzi, dalla macchina amministrativa continuano a pervenire note dello staff e delibere di giunta quasi fosse normale routine. Eppure, ancora ieri, un nuovo ed importante passaggio giuridico non “felice” al sindaco Manna a cui è stato confermato il divieto di dimora. E, per di più, la commissione d’accesso antimafia che - due giorni a settimana - sta intensificando richieste e carteggi. Altra cosa, probabilmente, poteva rappresentare la presenza del sindaco Manna nella sua stanza. Quantomeno dal punto di vista formale. Oggi non è così. Franchino De Rango, consigliere “anziano” può reggere le sorti complesse e complessive di un territorio così importante?
La maggioranza
Cerchiamo di “scattare” una fotografia attuale della situazione politica. I consiglieri che supportano le fila governative sono numericamente importanti. Cioè a dire che, così come avvenuto anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale ventiquattr’ore prima, Manna non ha problemi di maggioranza. E potrebbe “tirare dritto” fino a fine consiliatura, ad esclusione di altri interventi non puramente politici. Il Laboratorio, attraverso le parole del capogruppo Francesco Corina, è stato d’altronde chiarissimo. Non si lascia campo libero adesso. Soprattutto per le imminenti ed imponenti somme di denaro provenienti dal Pnrr per cui ogni Comune è chiamato, responsabilmente, a gestire, indicare, scegliere, volere. Se qualche consigliere “scricchiola” come abbiamo avuto modo di riportare con le anticipazioni di Luigi Superbo, qualcun altro invece si “unisce” ai colleghi, come nel caso di Rossana Ferrante, sebbene con diverse altre convinzioni. E le minoranze? Ci provano. Hanno prima cercato di produrre una mozione di sfiducia, poi una richiesta di consiglio ad hoc; infine la decisione, congiunta ed unanime, di disertare l’aula consiliare. Non basta, appare fin troppo evidente. «Ci opponiamo a chi?», qualche consigliere d’opposizione, ieri sera, avrebbe scritto nella chat di gruppo. In effetti, nelle prossime ore, la conseguenza potrebbe essere quella di una riunione d’urgenza tra le diverse anime che si oppongono a Manna e decidere, al di là dell’esito delle vicende giudiziarie, le dimissioni singole. Quattro consiglieri almeno, su nove, sarebbero pronti già da domani. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza