A distanza di 48 ore dall’approvazione dello Statuto, la carta fondamentale della Città di Corigliano Rossano, licenziato con i soli voti della maggioranza e con l’aggiunta di quello della Lega, non si attenuano le polemiche per la mancata approvazione all’unanimità del testo, il documento fondamentale, che detta le regole e la vita amministrativa cittadina. Neanche la celebrazione del consiglio nel Salone degli Specchi del Castello Ducale, uno dei principali monumenti identitari della città, luogo appropriato per l’evento straordinario, ha attenuato le posizioni rigide della vigilia che sono rimaste immutate, anzi si sono caricate ulteriormente di contrapposizioni tra minoranza e maggioranza che hanno reso inconciliabili le proposte provenienti da una parte e dall’altra. «Una brutta pagina di storia per la città di Corigliano-Rossano», è stato definito da Mattia Salimbeni, esponente di Azione, il maggiore partito di opposizione, l’esito finale sulla discussione del documento. «Con questo Statuto – ha sottolineato - la maggioranza decide di non decidere: un continuo rinvio, anche su questioni caratterizzanti come i Municipi, lo Stemma e il Gonfalone. Lo Statuto - ha aggiunto - doveva rappresentare il documento attraverso il quale, tutti insieme, avremmo dato forma alla città. È stato, invece, declassato a mero adempimento formale da una maggioranza lontana anni luce anche dalle più elementari regole democratiche. Peccato». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza